Parent song – Testo originale e Traduzione

Parent song – Canzone del genitore

Testo originale
Testo ©1993 Umbra et Imago
Traduzione
Traduzione ©2014 Daniele Benedetti

Gedanken durchfluten meinen Kopf
Erinnerungen fließen in den Gehirnwindungen
Manches, als wäre es gestern gewesen
Viel lag im Grab des Vergessens
Ich erinnere mich genau
wie ich auf Deinen Schultern saß
Du warst mein Vater mein Held
Du hast mich die Dinge gelehrt
wie Du sie kanntest
Für mich war es Gesetz
Du zeigtest mir die Blumen
hast mich gelehrt Dinge zu erkennen
Sonntags erklärtest Du mir
die Eisenbahn, die riesig war
Ich hatte Angst vor stählernen Drachen
Groß war Deine Hand
die mich führte, schützte
Ich war geborgen in Dir Vater

Wir wurden älter, die Zeit hat uns erfaßt
Helden wurden Menschen
Kinder wollten Helden sein
Die Herzen wurden kälter
Fremd wurden wir uns
Worte waren Waffen
Gedanken waren eingemauert
im Unverständnis Deiner Wahrheit
Der Wind wurde zum Sturm
kalt waren die Augen die mich zeugten
Wo war Deine Hand
im Alter der Erkenntnis
Wo war Dein Schutz
in der Zeit meiner eigenen Gedanken
Du hast mich verstoßen
am Weg der sich teilt
Nur merke Dir, Kinder
kann man nicht verstoßen
ohne Schmerz zu ernten

Ich gehe meinen Weg
keiner hält mich auf
Gedanken sind frei – wie Vögel
kapierst Du das?
Du willst nicht sehen wie ich bin
Willst nicht glauben an das
was Bestimmung ist
Hast nicht erkannt die Gründe meines Tuns
Hast mich verbannt
aus der Wärme Deines Herzens

Glaube nicht, dass ich nicht weiß
dass auch Du klein bist wie eine Wanze
wenn Alpträume
Dein Bewusstsein untergraben
an Dir nagen an Dir präsentieren
dass auch Du Fehler machst
Schweißgebadet wälzt Du Dich im Dreck
Deiner Unfehlbarkeit
Die Würmer Deiner spießigen Ideologie
nagen Dir das Fleisch von den Knochen
Langsam stirbst Du
für mich bist Du schon
lange ein Kadaver
Deiner eigenen Gerechtigkeit

Glaube nicht, dass Du mich klein kriegst
gebeugt auf das Pflaster der Speichellecker
Glaube nicht, dass ich mich besudle mit der
gekämmten Fresse der Heuchelnden
Gottesfürchtigen, die ihre verklemmten
Perversionen in ihren fauligen Körpern tragen

Mit mir nicht Vater

Ich gehe meinen Weg
denn Gott ist mein Vater
Seine Kinder sind die
die ihr wie Scheiße behandelt
Geht Euren Weg
schaut geradeaus
geht aufrecht
Bis ans Ende Eurer Tage
die Gesellschaft ist krank

Pensieri scorrono attraverso la mia testa
Ricordi scorrono nei meandri del cervello
Alcune cose, come se fossero state ieri
Molto giace nella tomba dell’oblio
Mi ricordo esattamente
come sedevo sulle tue spalle
Tu eri mio padre, il mio eroe
Mi hai insegnato le cose
come le conoscevi
Per me era legge
Mi hai mostrato i fiori
mi hai insegnato a distinguere le cose
La domenica mi hai spiegato
la ferrovia, che era enorme
Io avevo paura del drago d’acciaio
Era grande la tua mano
che mi guidava, mi proteggeva
Ero al sicuro in te, padre

Siamo invecchiati, il tempo ci ha afferrati
Gli eroi sono diventati uomini
I bambini volevano essere eroi
I cuori sono diventati più freddi
Eravamo estranei
Le parole erano armi
I pensieri erano murati
nell’incomprensione della tua verità
Il vento è diventato una tempesta
freddi erano gli occhi che mi hanno generato
Dov’era la tua mano
nell’età della conoscenza
Dov’era la tua protezione
nel tempo dei miei pensieri
Tu mi hai cacciato
sulla strada che si divide
Solo ricordati, figlio
non si può scacciare
senza raccogliere dolore

Vado per la mia strada
nessuno mi trattiene
I pensieri sono liberi – come uccelli
lo capisci questo?
Tu non vuoi vedere come sono
Non vuoi credere a questo
qual è lo scopo
Non hai compreso le ragioni delle mie azioni
Mi hai bandito
dal calore del tuo cuore

Non credere, che non lo so
che anche tu sei piccolo come una cimice
quando gli incubi
minano la tua consapevolezza
ti rodono, ti si presentano
che anche tu fai errori
Madido di sudore ti rotoli nella melma
La tua infallibilità
I vermi della tua ideologia da piccolo borghese
ti rosicchiano la carne dalle ossa
Lentamente muori
per me tu sei già
da molto tempo un cadavere
Della tua giustizia

Non credere, di ottenere qualcosa da me
piegato sul pavimento dei leccapiedi
Non credere, che io mi sporchi
con la faccia pettinata dell’ipocrita
Timorati di Dio, che portano le loro
Perversioni inibite nei loro corpi putridi

Non con me, padre

Vado per la mia strada
Perché Dio è mio padre
I suoi figli sono quelli
che lo trattano come la merda
Andate per la vostra strada
guardate dritto
andate eretti
Fino alla fine dei vostri giorni
la società è malata

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