Wenn zwölf mal schlägt zur Geisterstunde,
die Uhr am Turm, dann gib fein Acht,
der Weg nach Haus, aus der Spelunke,
hat manchen Trinker umgebracht
Ein alter Bauer, stark betrunken,
stürzte auf dem Weg nach Haus
am Friedhofstor zu später Stunde,
streckt er sich am Boden aus
glaubt seinen Rausch im Schlaf zu heilen,
ein Mittel, das ihm wohl bekannt
will er hier bis zum Morgen weilen,
als ihm die Nacht den Schlaf gesandt
Als er die Äuglein kaum geschlossen,
weckt ihn im Traum ganz sacht ein Weib
er glaubt, er kennt sie, doch er ahnt nicht,
was die alte Frau hier treibt
sie sagt zu ihm, er solle folgen
den Ort an dem ein Traum beginnt,
nicht weit von hier, will sie ihm zeigen,
greift seine dürre Hand und singt:
Armer Trinker, sollst nicht klagen
ich habe dir ein Bett gegraben
sechs Fuß tief schläfst du hier süß,
bis der Hahn den Morgen grüßt
Armer Trinker, sollst nicht klagen
ich hab’ es nur für dich gegraben
traue mir und steig hinab
jawohl ins Bett, gewiss kein Grab
Das Trinkerlein steigt in sein Loch
tat grade so, wie ihm geheißen
die Nase voll, vom “Duft” der Erde,
will es seinen Traum zerreißen
er hebt ein letztes Mal den Blick
fühlt, wie ihm das Herz zerspringt,
als er erkennt, wer da im Mondlicht
kalter Nacht sein Schlaflied singt:
Armer Trinker, sollst nicht klagen
ich habe dir ein Bett gegraben
sechs Fuß tief schläfst du hier süß,
bis der Hahn den Morgen grüßt
oder länger, gar für immer?
Hier hört keiner dein Gewimmer
ich deck’ dein Bett mit Erde zu,
vergesse dich und finde Ruh’
oder länger, gar für immer?
Hier hört keiner dein Gewimmer
ich deck’ dein Bett mit Erde zu,
vergesse dich und finde Ruh’
Wenn du ganz still bist, dann hörst du sie schreien,
die armen Teufel im Erdenbett
nach ihren Witwen und etwas Wein,
nach den alten Schnecken im Speck,
doch treffen sich nun die Witwen und saufen in den Spelunken
aus denen so mancher Trunkenbold
nie wieder nach Hause gefunden
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Quando l’orologio della torre scocca per 12 volte
verso l’ora degli spiriti, stai attento,
la via verso casa, dalla bettola,
ha ucciso alcuni ubriaconi
Un vecchio contadino, ubriaco fradicio,
si precipitava sulla via verso casa
A quest’ora tarda, presso il cancello del cimitero,
si sdraia per terra
crede di liberarsi della sua sbornia tramite il sonno,
un rimedio, che conosceva bene
Lui vuole dimorare qui fino a domani,
mentre la notte lo ha mandato a dormire
Mentre lui ha appena chiuso gli occhietti,
una donna, molto delicatamente, lo desta dal sogno
Lui crede, di conoscerla, ma non intuisce
cosa muove qui la vecchia donna
Lei gli dice, che lui dovrebbe seguire
il luogo in cui inizia un sogno,
non molto lontano da qui, lei glielo vuol mostrare,
prende la sua magra mano e canta:
Povero ubriacone, non dovresti lamentarti
ti ho scavato un letto
qui tu dormi dolcemente a tre metri sotto terra,
finché il gallo saluta il mattino
Povero ubriacone, non dovresti lamentarti
l’ho scavato solo per te
credimi e scendi
sicuramente nel letto, di certo non una tomba
Il piccolo ubriacone scende nel suo buco
fece a stento, come gli è stato ordinato
il naso pieno della “fragranza” della terra,
vuole dilaniare il suo sogno
lui solleva lo sguardo un’ultima volta
sente, il suo cuore andare in pezzi,
mentre riconosce, chi lì, nel chiaro di luna
della fredda notte canta la sua ninna nanna:
Povero ubriacone, non dovresti lamentarti
ti ho scavato un letto
qui tu dormi dolcemente a tre metri sotto terra,
finché il gallo saluta il mattino
Oppure più a lungo, per sempre?
qui nessuno sente i tuoi gemiti
io copro il tuo letto con la terra
lasciati trasportare e trova la pace
Oppure più a lungo, per sempre?
qui nessuno sente i tuoi gemiti
io copro il tuo letto con la terra
lasciati trasportare e trova la pace
Quando sei completamente muto, allora li senti gridare,
i poveri diavoli nel letto di terra
accanto alle loro vedove ed a qualche vite,
accanto alle vecchie rondelle di Speck,
Ma ora le vedove si incontrano e bevono nelle bettole
dalle quali così tanti ubriaconi
non trovarono mai più la strada verso casa
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