Wenn einst der Himmel tobend, brüllend, rasend
Die Städte peitschend und das Meer zerblasend
Auf Erden wütet ohne Sinn und Segen
Dann stell ich mich dem Strafgericht entgegen
Wenn plötzlich alles, was die Augen sahen
Zu Staub zerfällt, weil schwarze Reiter nahen
Wenn Menschenwerke fallen und versinken
Dann werd ich ihnen schon von weitem winken
Dies irae, dies illa
Solvet saeclum in favilla
Dann stürzt auf uns ein Heer mit grellem Lachen
Und bläst zur Rache an dem kranken, schwachen
Und ach so jämmerlichen Erdentreiben
Zur Reinigung von Menscherbärmlichkeiten
Ich werd nicht winseln und um Gnade flehen
Nicht auf dem Boden kriechen sondern stehen
Der Richter wird sich feierlich erheben
Dann zeigt sich was es wert war – dieses Leben
Dies irae, dies illa
Solvet saeclum in favilla |
Quando un giorno il cielo scatenato, ruggente, furioso
Frustando le città e soffiando sul mare
Infurierà sulla terra senza senso e senza benedizione
Allora io mi opporrò al castigo
Quando all’improvviso tutto ciò che gli occhi hanno visto
Si ridurrà in polvere, perché i cavalieri neri si avvicinano
Quando le opere degli uomini cadranno e afonderanno
Allora io farò loro un cenno già da lontano
Giorno dell’ira, quel giorno [1]
Dissolverà il mondo terreno in cenere
Allora con risa stridule cadrà su di noi un esercito
E soffierà per la vendetta sui malati e sui deboli
E oh, così deboli movimenti sulla terra
Per la purificazione delle miserie umane
Io non frignerò e non supplicherò pietà
Non striscerò per terra, ma starò in piedi
Il giudice si alzerà solennemente
Allora si mostrerà cosa valeva – qusta vita
Giorno dell’ira, quel giorno
Dissolverà il mondo terreno in cenere |
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