Sirenen – Testo originale e Traduzione

Sirenen – Sirene

Testo originale
Testo ©2024 Nachtmahr
Traduzione
Traduzione ©2025 Walter Biava

Durch den Krieg werden die Menschen nicht edler
er macht sie zu Hunden
vergiftet die Seele
Nur die Toten haben das Ende des Krieges gesehen

Totenruhe in Ruinen
die Zeit steht still
eine kurze Atempause, die man überleben will
doch dann erschallen diе Sirenen
und wir laufen in diе Nacht
denn in diesem Tal der Tränen
werden Menschen umgebracht

Die Sirenen rufen mich
sie rufen mich zu sich
Die Sirenen rufen mich
sie rufen mich ins Licht

Vorbei die Feuerpause
rette sich wer kann
am Horizont die Drohnen
im Palaste der Tyrann
weiter schreien die Sirenen
ein Feuersturm erhällt die Nacht
dieser Krieg kennt keine Sieger
keine Helden diese Schlacht

Die Sirenen rufen mich
sie rufen mich zu sich
Die Sirenen rufen mich
sie rufen mich ins Licht

Nur die Toten haben das Ende des Krieges gesehen

Die Sirenen rufen mich
sie rufen mich zu sich
Die Sirenen rufen mich
sie rufen mich ins Licht

Tramite la guerra gli uomini non diventano più nobili
essa li rende dei cani
avvelena l’anima
Soltanto i morti hanno visto la fine della guerra [1]

Il silenzio dei morti fra le rovine
il tempo giace fermo
una breve pausa, per chi vuole sopravvivere
Ma poi risuonano le sirene
e noi corriamo nella notte
poiché in questa valle di lacrime
gli uomini verranno uccisi

Le sirene mi chiamano
mi chiamano verso di loro
Le sirene mi chiamano
mi chiamano verso la luce

Il cessate è il fuoco è finito
si salvi chi piò
All’orizzonte i droni,
il tiranno nel palazzo
Le sirene continuano a gridare
una tempesta di fuoco illumina la notte
questa guerra non conosce alcun vincitore
non ci sono eroi in questa battaglia

Le sirene mi chiamano
mi chiamano verso di loro
Le sirene mi chiamano
mi chiamano verso la luce

Soltanto i morti hanno visto la fine della guerra

Le sirene mi chiamano
mi chiamano verso di loro
Le sirene mi chiamano
mi chiamano verso la luce

[1] Frase diventata celebre col film Black Hawk Down; contrariamente a quanto si possa pensare non va attribuita a Platone ma al filosofo George Santayana.

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