Gotteskrieger – Testo originale e Traduzione

Gotteskrieger – Guerriero di Dio

Testo originale
Testo ©2014 Nachtblut
Traduzione
Traduzione ©2022 Walter Biava

Diejenigen die Krieg führen
die trachten nach Verderben
deren Lohn soll sein dass sie gekreuzigt werden

Schlagt wechselweise ab
ihre Füße ihre Hände – zeigt kein Erbarmen
vertreibt sie aus dem Lande

Die verbotenen Monate verflossen sind
“Gott ist groß” schallt es im Wind

Ein Sandsturm peitscht, raubt mir die Sicht
mein Säbel blitzt im Sonnenlicht

Tötet die nicht gläubig sind
egal ob alt, ob Weib, ob Kind

Von jedem Menschen dessen Herz nicht rein
wird das neue Heim die Hölle sein

Dort ein junger Kafir, er tut nur seine Pflicht
die Hände gefesselt, Tränen tränken sein Gesicht

Er schreit nach seiner Mutter,
so laut er grad nur kann
und schmeichelt mir mit Worten wie
“Ich wär ein guter Mann”

Einem tosendem Gelächter, er ausgesetzt ist
während sich mein Säbel durch seine Kehle frisst

Fetzen, die einst sein Hals, an ihm herunterhängen
seine Schreie nur noch warme Luft,
die sein Blut verdrängen

So ist ein weiteres Leben aus dieser Welt geschieden
wir handeln rechtens denn so steht es geschrieben

Wir hassen in Freiheit wir kämpfen im Nebel und
im Schatten der Vergangenheit

Ich lächle dir ins Gesicht
vom tiefstem Herzen verfluche ich dich
mein Herr ist der Listenschmied
weil wir blind, er für uns sieht

Feuchte Kellerwände lassen die Saat gedeihen
der Jungfrauen Fleisch bedeckt
denn man versteckt, was man befleckt

A coloro che conducono la guerra,
che aspirano alla rovina,
che la loro ricompensa sia venir crocifissi

Tagliate a loro, in modo alternato
i loro piedi e le loro mani – non mostrate alcuna pietà
cacciateli dalla terra

I mesi proibiti sono trascorsi[1]
“Dio è grande” echeggia nel vento

Una tempesta di sabbia sferza, mi porta via la vista
la mia sciabola brilla nella luce del sole

Uccidete i non credenti
non importa se vecchi, donne, o bambini

L’inferno sarà la nuova casa
di ogni uomo che non ha un cuore puro

Lì un giovane Kafir[2], fa solo il suo dovere
la mani incatenate, le lacrime abbeverano il suo volto

Chiede a gran voce di sua madre,
più forte che può
mi lusinga con parole del tipo
“Sarei un buon uomo”

Una fragorosa risata, lui viene esposto
mentre la mia sciabola divora la sua gola

I brandelli, un tempo la sua gola, penzolano
le sue grida, soltanto aria calda,
che spostano il suo sangue

Così un’altra vita viene separata da questo mondo
agiamo nel giusto, poiché è così che giace scritto

Noi odiamo la libertà, combattiamo nella nebbia
e nelle ombre del passato

Io ti sorrido in faccia
nel profondo del cuore ti maledico
il mio signore è la mia guida
poiché noi siamo ciechi, lui vede per noi

Le pareti umide delle cantine fanno in modo che crescano i semi,
la carne delle giovani donne ben coperta,
perché si vela, ciò che è macchiato.

[1] Si tratta di un periodo di 4 mesi citati nel Corano (verso 9:5); sta ad indicare il periodo di rigenerazione tra i periodi di guerra.

[2] Termine arabo usato per definire un infedele.

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