Der Fährmann – Testo originale e Traduzione

Der Fährmann – Il traghettatore

Testo originale
Testo ©2012 Letzte Instanz
Traduzione
Traduzione ©2014 Daniele Benedetti

Der Fährmann bringt im Mondenschein
durch dunkles Wasser ganz geheim
mich aus der Welt, ich lieg wie tot
nur er und ich und dieses Boot
es wiegt mich sanft in kühlem Schlaf
aus dem ich nicht erwachen darf
er pflügt die Nacht, es raunt der Wind
als er dazu sein Lied beginnt

Geh auf die Reise und finde das Licht
hörst du die Engel, sie singen für dich

Es schließen kühl die müden Augen
zwei Münzen die die Fahrt erlauben
eine dritte kühl im Mund
in Tuch gehüllt lieg ich verstummt
wir gleiten still durchs Zwischenreich
ich spüre nichts, bin kalt und bleich
das neue Ufer wartet schon
der Fährmann singt und nimmt den Lohn

Fährmann, oh Fährmann, bring mich hinüber
Fährmann, oh Fährmann, bring mich ins Licht
Fährmann, oh Fährmann, wo sind die andern
Fährmann, oh Fährmann, ich höre sie nicht

Il traghettatore mi porta al chiaro di luna
attraverso acqua scura, in segreto
fuori dal mondo, giaccio come morto
solo lui ed io e questa barca
mi culla dolcemente nel fresco sonno
dal quale non posso svegliarmi
ara la notte, il vento sussurra
quando inoltre comincia la sua canzone

Va’ in viaggio e trova la luce
senti gli angeli, cantano per te

Chiudere freddamente gli occhi stanchi
due monete che permettono il viaggio
una terza tenuta al fresco in bocca [1]
avvolto in un panno giaccio ammutolito
scivoliamo in silenzio attraverso il regno intermedio
non sento niente, sono freddo e pallido
la nuova sponda aspetta già
il traghettatore canta e prende la paga

Traghettatore, oh traghettatore, portami dall’altra parte
Traghettatore, oh traghettatore, portami nella luce
Traghettatore, oh traghettatore, dove sono gli altri?
Traghettatore, oh traghettatore, non li sento

[1] Il riferimento è alla figura mitologica di Caronte e alla tradizione in uso nell’antica Grecia di seppellire i morti con due monete sugli occhi (o una sotto la lingua) per pagare il traghettatore che, attraversando le acque del fiume Acheronte, li avrebbe portati nell’Ade. In assenza dell’obolo da pagare a Caronte per la traversata, l’anima sarebbe stata condannata a vagare senza pace per l’eternità.

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