Wintermärchen – Testo originale e Traduzione

Wintermärchen – Fiaba d’inverno [1]

Testo originale
Testo ©2020 In Extremo
Traduzione
Traduzione ©2020 Chiara Cernicchiaro

Auf dem Baum vor meinem Fenster
Saß im rauhen Winterhauch
Eine Drossel, und ich fragte:
“Warum wanderst du nicht auch?

Warum bleibst du, wenn die Stürme
Brausen über Flur und Feld
da dir winkt im fernen Süden
Eine sonnenschöne Welt?”

Anwort gab sie leisen Tones:
“Weil ich nicht wie andre bin
die mit Zeiten und Geschicken
Wechseln ihren leichten Sinn

Die da wandern nach der Sonne
Ruhelos von Land zu Land
Haben nie das stille Leuchten
In der eignen Brust3 gekannt

Dir auch leuchtet hell das Auge
Deine Wange zwar ist bleich
Doch es schaut der Blick nach innen
In das ew´ge Sonnenreich

Laß uns hier gemeinsam wohnen
Und ein Lied von Zeit zu Zeit
Singen wir von dürrem Aste
Jenem Glanz der Ewigkeit

Sull’albero davanti alla mia finestra
Sedeva in un’aspra brezza invernale
Un tordo, e io chiesi:
“Perché non migri anche tu?

Perché ti trattieni, mentre le tempeste
scrosciano su terreni e campi,
quando ti attende nel lontano sud
Un mondo bello come il sole? [2]

Rispose con tono lieve:
“Perché io non sono come gli altri,
che a seconda dei tempi e delle attitudini
Cambiano il loro animo leggero [3]

Quelli che migrano verso il sole
irrequieti da Paese a Paese
Non hanno mai (conosciuto) il silenzioso splendore
Nel proprio cuore [4]

Anche a te risplende luminoso l’occhio;
La tua guancia però è pallida;
Eppure lo sguardo vede dentro
Nell’eterno regno del sole

Viviamo qui insieme
E una canzone, di tanto in tanto
Cantiamo di un ramo appassito
A quel fulgore dell’eternità

[1] “Wintermärchen” è una poesia dello scrittore Otto Ernst, nato Otto Ernst Schmidt (Amburgo, 1862-1926). Otto Ernst trascorse un’infanzia segnata dalla povertà e dalla fame ma, grazie a un precoce talento nello studio, riuscì a diventare insegnante. Parallelamente continuò a coltivare la sua passione per la scrittura, tanto da fondare nel 1891 la Società Letteraria di Amburgo. Poeta, drammaturgo e autore di testi di vario genere fu molto apprezzato in vita e, in seguito, dimenticato dalla critica. La canzone degli In Extremo “Wintermärchen” (fiaba d’inverno) è un adattamento della poesia omonima di Otto Ernst tratta dalla raccolta “Settanta Poesie – Nuovi e antichi versi” del 1907. Il protagonista del componimento è un tordo, un uccello migratorio, presente in tutto il nord Europa che sverna nei Paesi del Mediterraneo, tra cui l’Italia. Il poeta trova l’uccellino su un albero, al freddo, e gli chiede come mai non fosse andato via anche lui, come tutti gli altri suoi compagni. Il tordo spiega pazientemente che è riuscito a trovare il calore dentro di sé e che, per questa ragione, non ha bisogno di migrare altrove. Riconosce negli occhi del poeta il suo stesso raggio di luce ardente e lo invita a restare per cantare assieme.

[2] L’aggettivo “sonnenschön” è un gioco di parole tra l’aggettivo “wunderschön” (meraviglioso, magnifico) e il sostantivo “Sonne” (sole).

[3] L’animo degli altri uccelli è, a detta del tordo, leicht (leggero, nel senso di labile) poiché riescono a cambiare con troppa facilità.

[4] Gli altri uccelli migratori, racconta il nostro tordo, cercano incessantemente il sole. Vagabondano da un Paese a Paese, senza mai accorgersi e senza mai riconoscere la luce che ciascuno di noi ha in se stesso.

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