Wintermärchen – Testo originale e Traduzione
Wintermärchen – Fiaba d’inverno [1]
Testo ©2020 In Extremo |
Traduzione ©2020 Chiara Cernicchiaro |
Auf dem Baum vor meinem Fenster Warum bleibst du, wenn die Stürme Anwort gab sie leisen Tones: Die da wandern nach der Sonne Dir auch leuchtet hell das Auge Laß uns hier gemeinsam wohnen |
Sull’albero davanti alla mia finestra Perché ti trattieni, mentre le tempeste Rispose con tono lieve: Quelli che migrano verso il sole Anche a te risplende luminoso l’occhio; Viviamo qui insieme |
[1] “Wintermärchen” è una poesia dello scrittore Otto Ernst, nato Otto Ernst Schmidt (Amburgo, 1862-1926). Otto Ernst trascorse un’infanzia segnata dalla povertà e dalla fame ma, grazie a un precoce talento nello studio, riuscì a diventare insegnante. Parallelamente continuò a coltivare la sua passione per la scrittura, tanto da fondare nel 1891 la Società Letteraria di Amburgo. Poeta, drammaturgo e autore di testi di vario genere fu molto apprezzato in vita e, in seguito, dimenticato dalla critica. La canzone degli In Extremo “Wintermärchen” (fiaba d’inverno) è un adattamento della poesia omonima di Otto Ernst tratta dalla raccolta “Settanta Poesie – Nuovi e antichi versi” del 1907. Il protagonista del componimento è un tordo, un uccello migratorio, presente in tutto il nord Europa che sverna nei Paesi del Mediterraneo, tra cui l’Italia. Il poeta trova l’uccellino su un albero, al freddo, e gli chiede come mai non fosse andato via anche lui, come tutti gli altri suoi compagni. Il tordo spiega pazientemente che è riuscito a trovare il calore dentro di sé e che, per questa ragione, non ha bisogno di migrare altrove. Riconosce negli occhi del poeta il suo stesso raggio di luce ardente e lo invita a restare per cantare assieme.
[2] L’aggettivo “sonnenschön” è un gioco di parole tra l’aggettivo “wunderschön” (meraviglioso, magnifico) e il sostantivo “Sonne” (sole).
[3] L’animo degli altri uccelli è, a detta del tordo, leicht (leggero, nel senso di labile) poiché riescono a cambiare con troppa facilità.
[4] Gli altri uccelli migratori, racconta il nostro tordo, cercano incessantemente il sole. Vagabondano da un Paese a Paese, senza mai accorgersi e senza mai riconoscere la luce che ciascuno di noi ha in se stesso.
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