Ich kenne alles – Conosco tutto [1]
François Villon
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Traduzione ©2007 Daniele Benedetti |
Ein alter Fisch riecht nicht mehr frisch
Die gute Zeit vergißt man in der schlechten
Ein Baum der Gummi schwitzt ist wurzelkrank
Wer die Mutter freit, dem klagt die Tochter bald ihr Leid
Ich kenne Rom in seiner Macht
Ich kenne die Träume in der Nacht
Ich kenne alles auf Punkt und Strich
Ich kenne nur einen nicht – und der bin ich
Nicht hinter jedem Schleier wallte Frömmigkeit
Und in die Kutte passt ein Pfaffe nur hinein
So wie der Diener muß der Herr beschaffen sein
Viereckig kann der Wagen doch nie ein Rad sein
Ich kenne den Narren am Breigesicht
Ich kenne das ganze Leidgewicht
Ich kenne alles auf Punkt und Strich
Ich kenne nur einen nicht – und der bin ich
Nicht nur die Dornen – auch die Rosen stechen
Der Schleicher wird mit Gott noch leiser sprechen
Die Flügel hat der Wind und nicht das Blatt
Ich kenne den Geizhals an seinem Gang
Ich kenne den Tod, der alles raubt
Ich kenne den Wams am Kragensitz
Ich kenne alles auf Punkt und Strich
Ich kenne nur einen nicht – und der bin ich |
Un pesce vecchio non sa più di fresco
I bei tempi si dimenticano in quelli cattivi
Un albero che trasuda gomma ha le radici malate
Chi corteggia la madre, presto sentirà i lamenti della figlia
Conosco Roma nella sua potenza
Conosco i sogni nella notte
Conosco tutto per filo e per segno
Solo una cosa non conosco – e sono io
Non c’è devozione sotto ogni velo
E il saio si addice solo ad un ecclesiastico
Così come il servitore deve essere uguale al padrone
La carrozza può essere rettangolare, ma non può esserlo mai la ruota
Conosco i pazzi dal volto livido
Conosco l’intero peso del dolore
Conosco tutto per filo e per segno
Solo una cosa non conosco – e sono io
Non solo le spine – anche le rose pungono
L’ipocrita parlerà più piano con Dio
Il vento ha le ali ma la foglia no
Riconosco l’avaro dalla sua andatura
Conosco la morte, che rapisce tutti
Riconosco il farsetto al collo
Conosco tutto per filo e per segno
Solo una cosa non conosco – e sono io |
[1] Il testo della canzone è una traduzione tedesca di Paul Zech e ripresa da Klaus Kinski dell’originale poesia “Ballade des menus propos”, del trovatore francese François Villon.
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