Unter der Linden – Testo originale e Traduzione

Unter der Linden – Sotto il tiglio [1]

Testo originale
Walther von der Vogelweide
Traduzione
Traduzione ©2010 Daniele Benedetti

Under der linden
an der heide
dâ unser zweier bette was
dâ mugt ir vinden
schône beide
gebrochen bluomen unde gras
vor dem walde in einem tal
tandaradei
schône sanc diu nahtegal

Ich kam gegangen
zuo der ouwe
dô was mîn friedel komen ê
dâ wart ich enpfangen
hêre frouwe
daz ich bin sælic iemer mê
kuster mich? wol tûsent stunt
tandaradei
seht wie rôt mir ist der munt

Dô hât er gemachet
alsô rîche
von bluomen eine bettestat
des wirt noch gelachet
inneclîche
kumt iemen an daz selbe pfat
bî den rôsen er wol mac
tandaradei
merken wâ mirz houbet lac

Daz er bî mir læge
wessez iemen
(nû enwelle got!)
sô schamt ich mich
wes er mit mir pflæge
niemer niemen
bevinde daz wan er und ich
und ein kleinez vogellîn
tandaradei
daz mac wol getriuwe sîn

Sotto il tiglio
Presso il prato
là era il nostro giaciglio
là potrete trovare
belli insieme
fiori rotti ed erba
Davanti al bosco, in una valle
tandaradei
tanto bene cantava l’usignolo

Camminando arrivai
al prato:
là era giunto il mio amore
E là venni accolta
così felicemente
che ne sono sempre più estasiata
Mi baciò? Oh, per mille ore!
tandaradei
Guardate com’è rossa la mia bocca!

Là egli aveva costruito
quanto ricco
di fiori, un giaciglio
Riderà di cuore
Tra sé
chi passi da quello stesso sentiero
Presso le rose potrà
tandaradei
scorgere dove giaceva il mio capo

Lui giacque con me
Lo venisse a sapere qualcuno
(non voglia così Dio)
ne avrei vergogna
E nessuno sappia mai
quello ch’ha curato far con me
a parte io e lui
e un piccolo uccellino
tandaradei
che certamente sarà fedele

[1] Il testo della canzone è una poesia di Walther von der Vogelweide.

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1 commento
  1. Nino Muzzi dice:

    Sotto il tiglio

    nella brughiera
    dov’era il nostro doppio giaciglio
    là se volete potete trovare
    belli entrambi,
    tutti ammaccati, fiori ed erbetta.
    Dinanzi al bosco in una valle,
    tandaradai,
    Quell’usignolo dolce cantava.

    Quando fui giunta
    fino a quel prato
    dove il mio amico era già arrivato,
    vi venni accolta
    come una dama!
    e sempre più me ne cresce la brama.
    Se mi ha baciato? – certo, mille volte!
    tandaradai,
    guardatemi la bocca com’è rossa!

    E lì mi aveva già preparato
    un giaciglio
    ricco di ogni fiore.
    Riderà ancora
    dentro al suo cuore
    chi sullo stesso sentiero è passato.
    Dalle rose l’avrà senz’altro vista,
    tandaradai,
    dove stava appoggiata la mia testa.

    Che lui abbia con me giaciuto,
    se qualcuno lo sapesse poi
    – Dio ne guardi! – me ne vergognerei.
    Cosa da me lui abbia ottenuto,
    lo so io e lui, nessun lo saprà
    se non un piccolo uccellino,
    tandaradai,
    che certamente non mi tradirà.

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