Dunst entsteigt auf fahlen Wegen,
Felsen duster grau in grau.
Sterne glänzen achtlos nieder,
mein Schatten weicht dem Feuerschein.
In kargen Händen, nach Erde duftend, liegt verborgen
mein Messer aus geschärften Knochen.
Auf der Suche nach zartem Leben,
folgen mir verdreckte Ratten.
Leise streif ich durch das Dunkel,
von Tür zu Tor die Schlösser prüfend.
Löscht das Licht in euren Kammern,
ich komm zu euch, ich werd euch fangen.
Nur allein der Mond bewacht,
schaut schreckhaft hinter fliehend Wolken.
Verkriecht euch hinter morschen Mauern,
verriegelt Fenster und Tür und Tor.
Atmet leise in die Kissen.
Habt ihr furcht so werd ich`s wissen!
Traut euch nicht auf fahle Wege,
wenn nächtlich ich um Häuser ziehe.
Meine Runen ritz ich leise,
an Tore die durch Lichter schimmern.
Wärmt euch nur im Schutz des Feuers,
unter furchtvoll leisen Wimmern.
Eines Nachts werd ich euch holen,
zerr an euren elend Leibern.
Strafen werd ich all den Hochmut,
bis nichts mehr lebt, dann zieh ich weiter.
Schnitz Ketten, Messer und Geschmeide,
aus leblos eisigen Gebeinen.
Mit denen ich durchs Dickicht streife,
witternd euer leises Weinen.
Verächtlich stumpf mit kalter Hand,
zerr ich euch zu den fahlen Wegen.
Bestialisch endet euer Leben.
Rippen, Schädel, blanke Knochen,
bleibt schönste Zier auf Wald und Flur.
Denn alle menschlichen Gebeine
sind die Trophähen in der Natur.
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La foschia scende su strade sbiadite,
sulle rocce scure e grigie.
Le stelle splendono con noncuranza,
la mia ombra diminuisce con la luce del fuoco.
Fra le mie misere mani, che profumano di terra, giace nascosto
il mio coltello fatto di ossa affilate.
Alla ricerca di una vita discreta,
mi seguono ratti sozzi.
Vago silenziosamente nell’oscurità,
scrutando le serrature da una porta all’altra.
La luce si spegne nelle vostre stanze,
vengo da voi, vi prenderò.
Solo la luna sorveglia,
guarda intimorita dietro le nuvole che fuggono.
Nascondetevi dietro le mura marce,
sbarrate finestre, porte e cancelli.
Respirate lentamente nel cuscino.
Io saprò se avrete paura!
Non fidatevi delle strade sbiadite,
quando mi sposto di notte fra le case.
Incido silenziosamente le mie rune,
brillano sulle porte grazie alla luce.
Vi riscaldate solo con la protezione del fuoco,
con piagnucolii silenziosi e pieni di paura.
Una di queste notti verrò a prendervi,
trascinerò i vostri miseri corpi.
Colpirò tutti i superbi,
finché non rimane più nulla, poi passo oltre.
Intaglio catene, coltelli e gioielleria,
dalle membra gelide e senza vita.
Con essi vago nella boscaglia,
fiutando i vostri pianti silenziosi.
Sprezzante ed apatico, con la mano fredda,
vi trascino verso le strade sbiadite.
La vostra vita finisce in modo bestiale.
Costole, crani, ossa lucide,
rimangono nei boschi e nei prati come il più grande vanto.
Poiché tutte le membra umane
rappresentano i trofei della natura.
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