Betrübt im Sinn,
des Lebens müde Ziehts mich in`s Holz,
zu dunklen Stämmen
Der Eibenhain solls mich verschlingen,
mit bittrem Gift und Elfenstimmen
Das dichte Geäst beginnt sich langsam zu lichten,
während Rufe verstummen,
von allem Getier
Im kalten Dunst den Schleier durchdringend,
knarren die Eiben,
Sie rufen nach mir
Mein Blick in Demut versteinert,
stehn sie mit drohender Krone vor mir
Die Früchte des Todes tanzen,
wie blutige Perlen mit tötlicher Gier
So endlos frei steh ich hier
Die Last meines seins ich ganz verlier
Ganz zerbrochen an dem was geschah
Dem kalten Regen meiner selbst schon ganz nah
Von Gedanken verlassen,
es schwindet das Licht,
vom sterben berührt,
verblasst mein Gesicht
Der Hass zerrisst,
was Glanz vermisst
Der Tot kommt stetig,
den nichts lebt ewig
Im Leben beweint,
im sterben vereint
Im Kreise sich dreht,
wer das nicht versteht
Ob Winterfrost,
ob frühjahrs Erblühn Dein Nadelkleid
verlockt stehts im grün
Wandle in Gedanken verloren,
unter uralten dunklen Kronen
Ich koste Früchte mit Zauber der Weisen,
ihr bittres Gift,
die Ängste zerfrisst
Die Schönheit beginnt sich kämpfend zu beugen,
beginne ich endlich die Schatten zu verstehn
Von Gedanken verlassen,
es schwindet das Licht,
vom sterben berührt,
verblasst mein Gesicht!
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Rattristato dai pensieri,
stanco della vita vengo attratto dai boschi,
verso voci oscure
I boschi di tasso mi divorano
con un veleno amaro e con le voci degli elfi
La fitta ramificazione inizia lentamente a diradarsi,
mentre le voci di tutti gli animali
si ammutoliscono
Penetrando il velo in una fredda foschia,
i tassi scricchiolano,
mi chiamano
Il mio sguardo, umilmente pietrificato,
stanno davanti a me con una corona minacciosa
I frutti della morte ballano,
come perle insanguinate, dalla mortale avidità
Finalmente sto qui, libero,
perdo completamente il peso della mia esistenza
spezzato da ciò che è accaduto
dalla fredda pioggia già vicina a me
Abbandonato dai pensieri,
la luce svanisce,
colpito dalla morte,
il mio volto impallidisce
L’odio lacera
ciò che è privo di splendore,
la morte arriva di continuo,
poiché nulla vive per sempre
Ci si lamenta in vita,
uniti nella morte,
nel cerchio che gira,
chi non lo comprende?
Nel gelo invernale,
od in primavera, il tuo vestito di aghi sboccia,
allettante, giace nel verde
Io vago perso nei pensieri,
sotto vecchissime corone buie
Assaporo i frutti col fascino del saggio,
il loro amaro veleno,
rode le paure
La bellezza inizia a farsi strada, a piegarsi,
comincio finalmente a comprendere le ombre
Abbandonato dai pensieri,
la luce svanisce,
colpito dalla morte,
il mio volto impallidisce!
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