Eibengang – Testo originale e Traduzione

Eibengang – Passaggio fra i tassi

Testo originale
Testo ©2020 Gernotshagen
Traduzione
Traduzione ©2024 Walter Biava

Betrübt im Sinn,
des Lebens müde Ziehts mich in`s Holz,
zu dunklen Stämmen

Der Eibenhain solls mich verschlingen,
mit bittrem Gift und Elfenstimmen

Das dichte Geäst beginnt sich langsam zu lichten,
während Rufe verstummen,
von allem Getier

Im kalten Dunst den Schleier durchdringend,
knarren die Eiben,
Sie rufen nach mir

Mein Blick in Demut versteinert,
stehn sie mit drohender Krone vor mir

Die Früchte des Todes tanzen,
wie blutige Perlen mit tötlicher Gier

So endlos frei steh ich hier
Die Last meines seins ich ganz verlier
Ganz zerbrochen an dem was geschah
Dem kalten Regen meiner selbst schon ganz nah

Von Gedanken verlassen,
es schwindet das Licht,
vom sterben berührt,
verblasst mein Gesicht

Der Hass zerrisst,
was Glanz vermisst
Der Tot kommt stetig,
den nichts lebt ewig

Im Leben beweint,
im sterben vereint
Im Kreise sich dreht,
wer das nicht versteht

Ob Winterfrost,
ob frühjahrs Erblühn Dein Nadelkleid
verlockt stehts im grün

Wandle in Gedanken verloren,
unter uralten dunklen Kronen

Ich koste Früchte mit Zauber der Weisen,
ihr bittres Gift,
die Ängste zerfrisst

Die Schönheit beginnt sich kämpfend zu beugen,
beginne ich endlich die Schatten zu verstehn

Von Gedanken verlassen,
es schwindet das Licht,
vom sterben berührt,
verblasst mein Gesicht!

Rattristato dai pensieri,
stanco della vita vengo attratto dai boschi,
verso voci oscure

I boschi di tasso mi divorano
con un veleno amaro e con le voci degli elfi

La fitta ramificazione inizia lentamente a diradarsi,
mentre le voci di tutti gli animali
si ammutoliscono

Penetrando il velo in una fredda foschia,
i tassi scricchiolano,
mi chiamano

Il mio sguardo, umilmente pietrificato,
stanno davanti a me con una corona minacciosa

I frutti della morte ballano,
come perle insanguinate, dalla mortale avidità

Finalmente sto qui, libero,
perdo completamente il peso della mia esistenza
spezzato da ciò che è accaduto
dalla fredda pioggia già vicina a me

Abbandonato dai pensieri,
la luce svanisce,
colpito dalla morte,
il mio volto impallidisce

L’odio lacera
ciò che è privo di splendore,
la morte arriva di continuo,
poiché nulla vive per sempre

Ci si lamenta in vita,
uniti nella morte,
nel cerchio che gira,
chi non lo comprende?

Nel gelo invernale,
od in primavera, il tuo vestito di aghi sboccia,
allettante, giace nel verde

Io vago perso nei pensieri,
sotto vecchissime corone buie

Assaporo i frutti col fascino del saggio,
il loro amaro veleno,
rode le paure

La bellezza inizia a farsi strada, a piegarsi,
comincio finalmente a comprendere le ombre

Abbandonato dai pensieri,
la luce svanisce,
colpito dalla morte,
il mio volto impallidisce!

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