Wenn Erdreich bricht – Testo originale e Traduzione

Wenn Erdreich bricht – Quando la terra si spezza

Testo originale
Testo ©2010 Equilibrium
Traduzione
Traduzione ©2015 Walter Biava

Einst herrschte ein Krieg, in Perchtas Landen weit,
Zum Leid bekannt für Mensch und Tier, wohl seiner Grausamkeit.
Auch sein Weib nebst seiner Kinder, ganze Sieben an der Zahl,
Folgen ihm zu Niedertrachten, bei jedem einzigen Mal!

Zu hohem Rosse zieh’n sie los, unter donnernd’ schlagend Tritt,
Die königliche Jagdhundschaft, an ihrer Seite eilt sie mit.
Denn sie streben gerne an, ihr aller höchst’ Pläsier,
Zu Tode hetzen des Forstes lebend’ Waldgetier!

Zieh’n unter tosend’ Horngebläs’ hinaus ins Dämmerlicht,
Von seines Landes Kindern nun, ein Häuschen ist in Sicht.
Wartend auf des Königs Ruf, die wilde Reiterei,
Lenken rasch die Rösser ein, zu maßlos’ Raserei!

Zertrampelt wird die Greisin drauß’ vor der schützend Tür,
Ihr Enkel teilt ihr Schicksal, durch des Rosses tödlich Kür.
Die Alten hasten gar zu Hilf’, draus in der kalten Nacht.
Das End des graus’gen Werkes, von reißend’ Hunden vollbracht!

In ihrer qualvoll’ Todespein, sich die Greisin windet.
Des Königs Folgschaft um sie schart, dass sie auch nicht entschwindet.
Sinnt sich nach höchstem Beistand, zu strafen ihre Schinder,
Verflucht im letzten Atemzug, den König, Weibe, und die Kinder!

Bald soll’n Felder bersten, selbst schwerstes Erdreich bricht.
So soll’n eis’ge Winde peitschen, der Götter Strafgericht!
Feuer züngelt aus dem Felde, in gleißend stechend Licht.
Zu lang das Unheil währte, bald naht der Götter Pflicht!

Und so wie ihr Satz verklungen, das Leben aus ihr weicht,
Der Boden stark erzittert, wie zum End’ der Welt es reicht.
Kein Erbarmen, noch Straferlass, für König, Weib und Brut.
Vergolten ihre Taten nun, zu Stein verwandelt in lodernder Glut!

Pilger von Fern gekommen, gedenk’ des Peines Quell’,
Ersuch’ des Berges Geiste, dass zieh’n lässt er dich schnell.
Doch auch ihr geltend’ Riegen hört, besinnt euch solch’ Geschicht’,
Gedenkt der wahren Pflichten, sonst dran eure Macht zerbricht!

Doch bald soll’n Felder bersten, selbst schwerstes Erdreich bricht.
So soll’n eis’ge Winde peitschen, der Götter Strafgericht!
Feuer züngelt aus dem Felde, in gleißend stechend Licht,
Zu lang das Unheil währte, bald naht der Götter Pflicht!

Una volta c’era una guerra, nelle vaste terre di Perchta [1]
noto per il dolore per l’uomo e animale ,certamente per la sua crudeltà.
Anche la sua donna insieme con i suoi figli, tutti e sette,
lo seguono in termini di infamia, ognuno a suo modo!

Loro partono sui grandi cavalli, sotto il passo tuonante,
I cani da caccia reali, dal suo lato lei si affretta.
Poi loro si tendono, al loro più alto piacere,
cacciare fino alla morte gli animali viventi della foresta!

Nella luce solare tirano fuori sotto le scroscianti trombette,
Ora dalla terra dei suoi figli, una casetta è in vista.
Aspettando il richiamo del re, la cavalleria furiosa,
i cavalli cedono velocemente, nella furia smisurata!

La vecchia verrà calpestata fuori dalla porta protettrice,
suo nipote condivide il suo destino, per mezzo di esercizio mortale dei cavalli.
I vecchi si affrettano per aiutare, fuori nella fredda notte.
La fine dell’orribile lavoro, compiuto dai cani rapaci.

Nella loro dolorosa agonia, la vecchia si attorciglia,
per affollarsi l’ubbidienza del re, in modo che essa non affievolisca.
Trama il più grande aiuto, per punire il suo boia,
Maledetti nell’ultimo respiro, il re, le donne, ed i bambini!

Presto la terra dovrà fendersi, il regno terreno si spezza duramente.
Così i venti gelidi si abbattono, la punizione degli dei!
Il fuoco guizza dai campi, in una luce splendente e pungente.
La disgrazia durò troppo, presto si avvicina il dovere degli dei!

E così mentre la sua frase si affievolì, la vita si allontanò da lei,
La terra trema forte, come se fosse giunta la fine del mondo.
Nessuna pietà, né condono della pena, per il re, per la donna, per la nidiata.
Rese adesso le sue azioni, trasformati in pietra nella brace divampante!

Arrivati i pellegrini da lontani, immaginata la fonte del tormento,
pregati gli spiriti della montagna, in modo che ti lasci andare velocemente.
Ma si sentono ancora i suoi validi gruppi, ricordatevi di tale storia,
Pensate ai veri doveri, altrimenti in seguito si spezza la vostra forza!

Ma presto la terra dovrà fendersi, il regno terreno si spezza duramente.
Così i venti gelidi si abbattono, la punizione degli dei!
Il fuoco guizza dai campi, in una luce splendente e pungente.
La disgrazia durò troppo, presto si avvicina il dovere degli dei!


[1] Perchta è una divinità, probabilmente di origine pagana.

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