Mein Leichenwerk – Testo originale e Traduzione

Mein Leichenwerk – La mia creatura[1]

Testo originale
Testo ©2020 Eisregen
Traduzione
Traduzione ©2020 Walter Biava

Ich gebe dir Gestalt.
Aus einem Dutzend Leichen hab ich dich geformt.

Dein kalter Leib, ein Abglanz vom Leben,
Doch schon sehr bald wird er sich erheben.

Ein Stich der Spritze in deinen Arm,
Ein Druck auf den Kolben und es bricht sich Bahn.
Mein Serum, mein Werk, es rinnt in deine Venen
Und vertreibt den Tod aus dem kalten Fleisch.

Wie ein Gott erschuf ich diese Kreatur
Und nur ein Gott kann Leben geben.

Ich warte bis der Tod vergeht
Und bete das die Brust sich hebt.
Minuten, wo die Zeit still steht,
Dann endlich wird alles anders
Und mein Wesen lebt.
Es lebt!
Es lebt!

Ein Röcheln, ein Keuchen, dann atmet es.
Ein Flattern der Lider, es öffnet die Augen.
Sein Kopf zuckt, der Leib bebt, und es sieht mich,
Dann fängt es an zu schrei’n
Bis etwas in mir zerbricht.

All das Grauen liegt in diesem Wahngekreisch.
Es ist wider die Natur und die Hölle selbst kommt zu mir.

Sie kommt zu mir allein.
Sie starrt in mich hinein.
Die Seele macht sich klein,
Sie will nicht in mir sein.

Das Wesen, das ich schuf, zerrt an seinen Ketten,
Sie zerreißen wie Papier.

Es setzt sich auf, starrt mich an in seinem Wahn
Und dann kommt es zu mir,
Nimmt meinen Schädel zwischen seine Pranken,
Ganz unbeholfen, wie ein Tier,
Und dann drückt es zu,
Ich schließe meine Augen,
Der Tod kommt zu mir
Und mein Schädel zerbricht.

Io ti ho dato l’aspetto.
Ti ho formato da una dozzina di cadaveri.

Il tuo freddo corpo, un’ombra della vita,
ma ben presto si solleverà.

Una puntura da siringa sul tuo braccio,
un po’ di pressione sul pistone e si fa strada.
Il mio siero, la mia opera, scorre nelle tue vene
e scaccia la morte dalla fredda carne.

Come un Dio, creai questo creatura
e solo un Dio può dare la vita.

Io aspetto finché la morte passa
e prego che il petto si sollevi.
Minuti, dove il tempo giace fermo,
poi finalmente cambia tutto
e la mia creatura vive.
È vivo![2]
È vivo!

Un rantolo, un respiro affannoso, poi respira.
Una palpitazione delle palpebre, apre gli occhi.
La sua testa si contrae, il corpo trema, e mi vede,
poi comincia a gridare
finché qualcosa si spezza dentro di me.

Tutti gli orrori giacciono in questo urlo delirante.
È contro natura e l’inferno stesso viene verso di me.

Viene da solo verso di me.
mi fissa dentro di me.
L’anima si fa piccola,
non vuole più stare dentro di me.

La creatura, che creai, tira le catene,
si spezzano come carta.

Si tira su, mi fissa nella sua follia
e poi viene da me,
prende il mio cranio tra le sue zampe,
in modo assai goffo, come un animale,
e poi preme,
Io chiudo i miei occhi,
la morte viene verso di me
ed il mio cranio si spezza.

[1] Letteralmente Leichenwerk è una parola composta da Leichen (cadaveri) e Werk (opera); ho preferito tradurre il titolo col termine generico “creatura” poiché il brano prende chiaramente spunto dal Mostro di Frankenstein (costruito unendo parti di cadaveri).

[2] È la celebre citazione del dottor Frankenstein al momento della nascita della sua creatura nel film “Frankenstein” del 1931, diretto da James Whale; da non confondere con l’altra frase celebre (“Si può fare”) che fa parte del film Frankenstein Junior del 1974 diretto da Mel Brooks.

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