Kap. 1: Vorboten – Testo originale e Traduzione

Kap. 1: Vorboten – Cap. 1: Presagi

Testo originale
Testo ©2001 Eisregen
Traduzione
Traduzione ©2014 Walter Biava

Es begann, als der erste Frost kam
Die Tage wurden kürzer
Die Nacht schien endlos lang
Und selbst in hellstem Sonnenlicht
Waren Schatten – lang und schmal

Mein Leben war geordnet
Ich ging meiner Arbeit nach
Selbst der triste Job in einer Bank
Wie sehn’ ich mich danach

Dann kamen nachts die Träume
Morgens stank mein Bett nach Schweiß
Wenn ich dann endlich aufstand
War mein Körper nass und heiß

Ich weiss nicht mal, wovon ich träumte
Der Traum starb mit dem Morgenlicht
Als ich schreiend dann erwachte
Verzerrt von Grauen das Gesicht

Ich litt bald an Verfolgungswahn
Und sah mich immer zweimal um
Doch niemand folgte meinen Schritten
Niemand, der bei Tage kam

Ich fand kaum mehr genügend Schlaf
Und meine Arbeit litt sehr stark
Nachts war etwas in mir drinnen
Was mir meinen Willen brach

Es wurde schlimmer jede Nacht
Tagsüber war ich sterbenskrank
Was immer mir das Grauen brachte
Wenn ich im Schlaf hinübersank

Heute früh war alles anders
Um mich herum war Dunkelheit
Ein wenig Licht brachten mir Kerzen
Denn die Elektrik spielt – verrückt

Ich kann das Haus nicht mehr verlassen
Versiegelt ist der Weg nach draußen
Hinter den Fenstern wabert Schwärze
Das Glas hält selbst dem Hammer stand

Mein eignes Haus ist ein Gefängnis
Das Telefon ist stumm und tot
Stundenlang schrie ich voll Grauen
Bis ich in tiefe Ohnmacht fiel

Dann – kamen die Stimmen…

Cominciò, quando arrivò il primo gelo
i giorni diventarono più brevi
la notte diventò infinitamente lunga
e da sole nella assai luminosa luce solare
c’erano ombre – lunghe e sottili

La mia vita era ordinaria
io andai presso il mio lavoro
il tipico triste lavoro in una banca
così è come mi vedo

Poi di notte arrivarono i sogni
al mattino il mio letto puzzava di sudore
quando poi alla fine mi alzai
il mio corpo era bagnato e bollente

Io non so,che cosa sognai
il sogno morì con la luce del mattino
mentre io mi svegliai urlante
facendo una smorfia dal dolore (inorridito)

Presto io soffrì di mania di persecuzione
e mi guardavo indietro sempre il doppio (delle volte)
ma nessuno seguiva i miei passi
nessuno, che veniva durante il giorno

Io non trovai più sonno a sufficienza
ed il mio lavoro ne soffrì fortemente
di notte c’era qualcosa dentro di me
che spezzava la mia volontà

Peggiorava ogni notte
di giorno ero affetto da una malattia mortale
che mi portava sempre orrore
quando sprofondavo nel sonno

Oggi sul presto era tutto diverso
ed attorno a me c’era oscurità
una debole luce che mi veniva portata dalle candele
poi la corrente salta – va in tilt

Io non posso più lasciare la casa
la via per uscire è sigillata
dietro la finestra il nero che fluttua
il vetro regge ai colpi del martello

La mia stessa casa è una prigione
il telefono è silenzioso e morto
per ore ho gridato pieno di terrore
fin quando caddi svenuto

poi – arrivarono le voci…


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