Auf Galgengrund – Testo originale e Traduzione

Auf Galgengrund – Ai piedi del patibolo

Testo originale
Testo ©2023 Eisregen
Traduzione
Traduzione ©2023 Walter Biava

Habs immer schon im Herz gespürt:
Mein ganzes Leben vorbestimmt
Der Tod hat jene Hand geführt
Die mir nun selbst das Leben nimmt

Ich wandle hier auf Galgengrund
Die Schlinge um den Hals gelegt
Und bete mir die Finger wund
Doch niemand hört mein Stoßgebet

Trug Glut im Leib, mein Leben lang
So lange seit ich denken kann
Die Flamme machte mich zum Mann
Nun bin ich kalt und ausgebrannt

Da mir das Herz im Leib gefror
Kehr ich geläutert endlich heim
Mein Blick irrt dort am Holz empor
Der Galgen soll mein Endpunkt sein

So geh ich fort
Und kehre heim
Hier und heute
Soll mein Ende sein

So steig ich auf
Und spring herab
Die Füße in der Luft
Zieht’s mich in ins Grab

Doch bis mein Hals am Galgen bricht
Ganz alleine gehe ich nicht

So viele Menschen, die ich hasse
Das ganze Leben mir versaut
So viel gottverdammte Dummheit
Hat jeden Ausweg mir verbaut

Ich hab sie her geholt
Ein jeder folgte meinem Bitten

Hab sie mit Geld und Gold gelockt
Und dann die Kehlen durchgeschnitten
Sie sind nun bei mir, still und kalt
Aus blassen Augen fällt ihr Blick
Begleitet meinen letzten Weg
Hinauf, empor zum Galgenstrick

Dankbar schau ich in die Runde
Ganz von oben auf sie hinab
Niemand lächelt außer mir
So wird es blieben, jetzt und hier

Es ist nun Zeit
Muss heim ins Grab
Ein letzter Blick
Ich spring hinab
Die Füße in die Luft gestreckt
Und im Mondeslicht verreckt

In cuor mio l’ho sempre saputo:
tutta la mia vita (era) predeterminata
La morte ha guidato quella mano
Che ora porta via la mia stessa vita

Io passeggio qui, ai piedi del patibolo
col cappio posato attorno al collo
e tengo le dita incrociate
ma nessuno ascolta la mia giaculatoria

Per tutta la vita ho portato la brace in corpo
Fin da quando ho memoria
Le fiamme mi hanno reso uomo
Ed ora sono freddo e consumato

Ora che il cuore mi si è ghiacciato in corpo
Torno finalmente a casa, purificato
Il mio sguardo erra lassù, verso il legno
Il patibolo sarà il mio punto d’arrivo

E così vado
E ritorno a casa
Qui ed ora
Sarà la mia fine

Salgo
E salto giù
I piedi per aria
che mi trascinano verso la tomba

Ma finché il mio collo non si spezza sul patibolo
Non sono proprio da solo

Così tanti uomini, che io odio
Mi hanno rovinato tutta la vita
Così tanta fottutissima stupidità
Mi ha precluso ogni via d’uscita

Io li ho chiamati qui
Ed ognuno ha seguito la mia preghiera

Io li ho attirato col denaro e con l’oro
Per poi tagliare a loro le gole
Ora sono accanto a me, silenziosi e freddi
Con quegli occhi pallidi, il loro sguardo
Accompagna il mio ultimo viaggio
Su, in alto, fino alla corda del patibolo

Io guardo grato la cerchia
Dall’alto, giù verso di loro
Nessuno ride tranne me
E sarà così, qui ed ora

È tempo
Devo andare a casa, verso la tomba
Un ultimo sguardo
Salto giù
I piedi distesi in aria
E crepato nel chiarore della luna

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