Unverwandt – Testo originale e Traduzione

Unverwandt – Fissi

Testo originale
Testo ©2011 ASP
Traduzione
Traduzione ©2012 Daniele Benedetti

Erstens denk ich “nicht schon wieder”, zweitens prüf ich meine Glieder
Drittens, wenngleich schwach, ein Schmerz, ich nehme ihn in Kauf
Deute ihn als Lebenszeichen, dankbar; wie Gespenster schleichen
Die vorm Tag ins Dunkel weichen, geht die Sonne auf
So kriecht das Gefühl zurück. Nun nimmt es wieder seinen Lauf
Das alte Spiel, ich füge mich und schlag die Augen auf

Ich atme tief hinein in meinen Leib aus Asche
Ich warte auf die strahlend weiße Glut
Ich will mich in ihr von dem alten Schmutz reinwaschen
Wie es kein Wasser, keine Beichte tut

Ich warte auf Entzündung
Oh, bitte gib mir doch
das alte Feuer!
Dieses Feuer
zurück!

In den Raum, der hell gekachelte Bilder weckt, wie Licht auf’s Dach fällt
oder rann das Licht aus einem Turm hinab zum Mond?
Ein Kaleidoskop im Kopf. Wenn schon die leisen Regentropfen
Fingern gleich an Fenster klopfen, ist der Ort bewohnt?
Hör nur, wie es klingt, als habe man die Einsamkeit vertont
Ein Fragen, zaghaft, immerzu, mit Antwort nie belohnt

Genauso sehe ich im Spiegel kein Erkennen
Das Wesen dort ist völlig unbekannt
In jenen Augen liegt kein Leuchten und kein Brennen
Wir starren uns entgegen, unverwandt

Ich harre der Entzündung
Oh, bitte gib mir doch
das alte Feuer!
Dieses Feuer
zurück!

Ich warte auf Entzündung
Oh, bitte gib mir doch
das alte Feuer!
Dieses Feuer
zurück!

Per prima cosa penso “non di nuovo”, come seconda controllo i miei arti
Come terza, anche se debole, metto in conto un dolore
Lo interpreto come un segno di vita, con gratitudine; come i fantasmi che avanzano in silenzio
E prima del giorno svaniscono nel buio, il sole sorge
Così il sentimento striscia indietro. Ora riprende il suo corso
Il vecchio gioco, mi rassegno e apro gli occhi

Respiro profondamente nel mio corpo dalla cenere
Aspetto la bianca brace splendente
In essa voglio purificarmi della vecchia sporcizia
come non basta l’acqua, (non basta) la confessione

Aspetto l’accensione
Oh, per favore dammi
il vecchio fuoco!
Questo fuoco
indietro!

Nella stanza, la chiara immagine piastrellata si sveglia, come luce cade dal tetto
o la luce scorre giù da una torre verso la luna?
Un caleidoscopio in testa. Se già le leggere gocce di pioggia
bussano sulla finestra come dita, il luogo è abitato?
Ascolto solo,come suona, come ho messo in musica la solitudine
Una domanda, timida, continuamente, mai ripagata con una risposta

Proprio come non mi riconosco allo specchio
Là l’essenza è completamente sconosciuta
In quegli occhi non c’è luce né fuoco
Ci guardiamo incontro, fissi

Attendo l’accensione
Oh, per favore dammi
il vecchio fuoco!
Questo fuoco
indietro!

Aspetto l’accensione
Oh, per favore dammi
il vecchio fuoco!
Questo fuoco
indietro!

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