Das Märchen vom Wildfang-Windfang (Schlüpftanz)
La favola di “Wildfang-Windfang” (ballo dell’uscita dal bozzolo) [1]
![]() Testo ©2013 ASP |
![]() Traduzione ©2013 Daniele Benedetti |
Kaum aus dem Kokon erbrochen Es zieht weiße Nabelschnüre In sich und im Tanz versunken Sieh die braunen Äuglein blicken Der Schlaf war lang, der Schlaf war tief Wildfang! Mein Windfang! Sieh es glühen und nicht frieren Schöpft den Nachtwind mit den Händen Der Schlaf war lang, der Schlaf war tief Wildfang! Mein Windfang! Sieh das Puppenwesen schweben Nicht die Wildheit abgeschliffen Da verhärten sich die Glieder Wildfang! Mein Windfang! Der Schlaf war lang, der Schlaf war tief Wildfang! |
Appena vomitata dal bozzolo Tira fuori bianchi cordoni ombelicali Assorta in sé e nel ballo Guarda gli occhietti marroni che spuntano Il sonno era lungo, il sonno era profondo Piccola peste! La mia bussola! Guardala ardere e non gelare Attinge il vento notturno con le mani Il sonno era lungo, il sonno era profondo Piccola peste! La mia bussola! Guarda la crisalide librarsi La natura selvaggia non smussata Allora si irrigidiscono le membra Piccola peste! La mia bussola! Il sonno era lungo, il sonno era profondo Piccola peste! |
[1] Non ho tradotto “Wildfang-Windfang” perchè la traduzione letterale, “piccola peste-bussola” (dove per bussola si intende l’elemento architettonico di accesso agli edifici costituito da un ambiente chiuso separato da due porte e non lo strumento per l’individuazione dei punti cardinali) farebbe perdere il gioco di assonanze voluto nel titolo, oltre ad avere poco senso. “Schlüpfen” significa letteralmente “uscire dal guscio”, ma trattandosi di una farfalla ho preferito “uscire dal bozzolo”, con una traduzione più libera, ma più attinente al contesto.
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