BernsteinmeerengeL – Testo originale e Traduzione

BernsteinmeerengeL – Angelo del mare d’ambra

Testo originale
Testo ©2017 ASP
Traduzione
Traduzione ©2017 Daniele Benedetti

Scharen von Engeln stürzen taumelnd in ein Meer aus Harz
und verstricken sich in transparentem Gold
Einst waren ihre Flügel weiß wie Schnee, die Augen schwarz
nun hören sie nicht mehr, wie der Donnerhimmel grollt

Sie versuchen noch zu schwimmen
zuckende Leiber, so weit das Auge reicht
Schon verstummen die ersten Stimmen
bis das Schreien endlich Totenstille weicht

Keine Gründe
Keine Sünde
Kein Erbarmen. Kein Flügelschlag
Weder Vergebung
noch Wiederbelebung
weil sie keiner zu retten vermag
Und im heiligen Schein
sind sie doch ganz allein
konserviert bis zum jüngsten Tag
im Stein

Manchmal, wenn nachts der Sturm
selbst tiefstes Wasser noch aufwühlt
die Sonne blass und gelb im Morgennebel glüht
dann werden die umhüllten Wesen an den Strand gespült
und tausend Fragen drücken Findern aufs Gemüt

Eingeschlossen wie Insekten
erstarrt bewahrt in endlos langer Qual
Die Perfekten, Unbefleckten
war’n sie doch nicht die erste und die bess’re Wahl?

Doch zuvor kam
Ungehorsam
dann Erstaunen und Furcht im Gesicht
Weder Vergebung
noch Wiederbelebung
Konserviert bis zum jüngsten Gericht
Und im heiligen Schein
sind sie doch ganz allein
bis Erlösung folgt oder auch nicht
vom Sein

Und nun trägst du ein angeschwemmtes Bruchstück auf der Haut
an einer Kette auf der zarten, warmen Brust
Nur eine Feder zeugt noch von dem Leiden
gut verstaut
du bist dir bloß der Schönheit dort im Stein bewusst

Schiere di angeli cadono barcollando in un mare di resina
e si invischiano in oro trasparente
Un tempo le loro ali erano bianche come neve, gli occhi neri
ora non sentono più, come rimbomba il tuono

Cercano ancora di nuotare
corpi che sussultano, fin dove giunge lo sguardo
Già ammutolite le prime voci
finché finalmente le grida cedono al silenzio di tomba

Nessun motivo
Nessun peccato
Nessuna pietà. Nessun battito d’ali
Né perdono
ancora rianimazione
perché nessuno è riuscito a salvarli
E nel sacro bagliore
tuttavia sono completamente soli
conservati fino al giorno del giudizio
nella pietra

A volte, quando di notte la tempesta
agita perfino l’acqua profonda
il sole arde pallido e giallo nella nebbia del mattino
allora gli esseri avvolti vengono trasportati sulla spiaggia
e mille domande spingono i cercatori sull’animo

Rinchiusi come insetti
conservati cristallizzati in un infinitamente lungo tormento
I perfetti, immacolati
non erano tuttavia la prima e la migliore scelta?

Ma prima che arrivasse
la disobbedienza
allora stupore e timore sul viso
Né perdono
ancora rianimazione
Conservati fino al giorno del giudizio
E nel sacro bagliore
tuttavia sono completamente soli
finché la redenzione segue o no
l’essere

E ora porti un frammento portato a riva sulla pelle
su una catena sul gracile, caldo petto
Solo una piuma testimonia ancora la sofferenza
ben sistemata
sei solo consapevole della bellezza là nella pietra


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