Moderne Zeiten (2006)

Unheilig - Moderne Zeiten
  1. Das Uhrwerk
  2. Luftschiff
  3. Ich will alles
  4. Goldene Zeiten
  5. Helden
  6. Astronaut
  7. Phönix
  8. Lass uns Liebe machen
  9. Horizont
  10. Sonnenaufgang
  11. Gelobtes Land
  12. Menschenherz
  13. Mein Stern
  14. Moderne Zeiten

Dettagli album

Unheilig – Moderne Zeiten
Data di uscita: 20 gennaio 2006
Etichetta: Four Rock Entertainment
Genere: Neue deutsche Härte
Nazione: Germania

Recensione: inchinatevi ai tempi moderni

Un evoluzione eccellente. Così si potrebbe riassumere il concetto che sta dietro alla quinta uscita discografica da studio di questo trio tedesco capitanato dal singer/frontman Der Graf, autore ed esponente sempre più in crescendo della Neue Deutsche Härte, un vasto movimento musicale sviluppatosi in Germania dagli anni novanta e caratterizzato dalla miscelazione di sound heavy all’elettronica nelle più svariate forme: dai conosciuti Rammstein fino al medieval rock dei Tanzwut.

Gli Unheilig, partiti nel 1999 con l’hit single “Sage Ja!”, col passare del tempo sono riusciti ad affinare e produrre un suono molto variegato comprendente tratti gotici, malinconici, danzerecci e rock; se il predecessore “Zelluloid” proponeva già una maggiore raffinatezza nelle musiche, con questo “Moderne Zeiten” si può tranquillamente affermare di avere fra le mani sia un riassunto musicale della loro carriera, sia ciò che si può chiamare maturazione allo stato puro di chi ha saputo crescere nel tempo sfruttando e migliorando le proprie capacità.

Dodici tracce (escludendo intro ed outro) pulite, limpide che si lasciano ascoltare trascinandoci nel vortice emozionale del proprio essere; basti sentire Luftschiff, dalla caratura rock meccanicizzata e ricchissima di emozione grazie all’approcio elettronico, il vero muro portante di tutta l’opera senza contare l’eccellente interpretazione vocale, molto personale ed autoritaria del cantante.

Come detto la variegatura di ritmi è costante, dalla riflessione alla ballabilità come per esempio in Ich will alles, il brano successivo facente la gioia di chi ama il “metal danzereccio” o comunque sia la non convenzionalità del rock; il vortice si fa sempre più magnetico nei confronti dell’orecchio e man mano che i minuti scorrono l’album lo si sente sempre più proprio, personale.

Dalla continuazione musicale più easy listening dal sapore dei tempi che furono di Goldene Zeiten, al ritorno della voglia di ballare con Helden alla riflessione-passione di Astronaut, brano sempre più in crescendo come se si stesse procedendo alla scoperta di un orizzonte galattico sconosciuto il quale arriva poi ai nostri occhi carico di una luce portatrice di speranza. Il vero picco d’emozione a parer mio si respira con Phönix: goia e dolore, felicità e tristezza racchiusi in tre minuti e mezzo che riassumono il significato più puro dello stato d’animo portato alla musica, cosa a cui il gruppo non era mai riuscita così bene come in quanto ascoltato sino ad ora.

I vari mix e passaggi stilistici procedono senza creare dissapore essendo uno l’anello mancante dell’altro, aumentando il ritmo per poi riabbassarlo quasi come da non voler creare troppi sbalzi e farci viaggiare nel tunnel spazio temporale sempre ad una velocità costante affinchè non ci sfugga nulla di ciò che la nostra vita è stata e di cosa è la società attuale: oltre alla già citata prestazione vocale anche l’intelligenza del contenuto dei testi è quell’arma vincente in più che fa di questo lavoro una delle migliori uscite in ambito modern – gothic- industrial – rock come Horizont, Gelobtes Land e Sonnentag confermano in pieno anche nella seconda metà dell’album.

Conclusione

Se avete voglia di emozionarvi, riflettere e, perchè no, fare quattro salti, questo deve essere vostro. Mille di questi Unheilig.

Emiliano “Trudyalcolizzato” Volpe

Formazione

  • “Der Graf” (Bernd Heinrich Graf) – voce, testi, musica
  • Henning Verlage – programmazione, produzione
  • Christoph “Licky” Termühlen – chitarra

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