Nord Nord Ost (2005)

Subway to Sally - Nord Nord Ost
  1. Sarabande de Noir
  2. Schneekönigin
  3. Feuerland
  4. Sieben
  5. Lacrimae ´74
  6. Feuerkind
  7. Das Rätsel II
  8. S.O.S.
  9. Eisblumen
  10. Seemannslied

Dettagli album

Subway to Sally – Nord Nord Ost
Data di uscita: 22 agosto 2005
Etichetta: Nuclear Blast
Genere: Folk Metal, Mittelalter Rock
Nazione: Germania

Recensione: menestrelli moderni

Amore al primo ascolto, potrei definire così quello che è stato il mio esordio all’ascolto dei teutonici Subway To Sally e della loro ottava uscita discografica da studio ossia questo Nord Nord Ost datato 2005 il primo fra l’altro pubblicato sotto la connazionale etichetta Nuclear Blast, il capisaldo (ancora indipendente) oramai a livello europeo per quanto riguarda la distribuzione discografica e di merchandising del settore hard ‘n heavy più classico ed affini quali death, black, symphonic e thrash giusto per citarne alcuni.

Ne avevo sempre e solo sentito parlare alla lontana, visto il nome non immaginavo fossero tedeschi così come del resto ad eccezione fatta per i Corvus Corax (consigliati caldamente a tutti) visti live nel 2003 a Jüterbog Altes Lager, non avevo mai approfondito bene il lato folk – medievale fine a se stesso o sfociante nel comprensorio del rock – metal e dunque vuoi sia per il mio mai domo appetito il quale mi porta a sconfinare spesso e volentieri dai canonici suoni “non convenzionali”, vuoi soprattutto per il fatto di aver scoperto che i S.T.S . rientrino nel filone della Neue Deutsche Härte, sottogenere industrial – heavy molto variegato appagante in questi anni il mio palato in maniera eccelsa e di cui continuo a parlarvene, mi sono prontamente buttato a caso alla loro scoperta reperendo fra la loro folta discografia qualcosa che non fosse troppo indietro con gli anni (anche se 10 anni dall’esordio non sono chissà quanti) e che destasse in me un pizzico di magnetismo; prontamente sapendo all’incirca della loro proposta ed associando comunque le musiche medievali ad un viaggio indietro nel tempo ecco che la scintilla è scoccata con questo Nord Nord Ost (Nord Nord Est), titolo rievocativo così di primo acchito alla bussola e dunque direttamente collegato ad una sorta di navigazione o spostamento verso la scoperta di qualcosa d’ignoto come del resto stavo accingendomi a fare.

Dieci brani o se vogliamo otto per la precisione che mi hanno letteralmente stregato; quaranta minuti all’incirca (forse la poca longevità risulta essere l’unica pecca) in cui il moderno dai classici canoni tedeschi è mescolato al passato dando come risultato un sapore variegato senza il minimo filo di sbavatura in cui perfettamente si alternano gli strumenti “standard” della rock band a quelli meno convenzionali.Dieci brani racchiusi in una sorta di concept album narrante temi sul freddo e sul caldo, ghiaccio e fuoco se vogliamo definirli meglio attraverso e non solo i meandri più intimi dell’animo, una sorta di viaggio spazio – temporale tra lande disperse e le situazioni emotive che si possono incontrare nel cammino – viaggio della vita: ecco che forse il titolo non nasconde un significato così poi distante dai contenuti presenti nell’album, il tutto accompagnato da musiche a dir poco azzeccate, ricche d’atmosfera, cariche di sentimento sia esso positivo o negativo e veramente molto fiabesche per non dire magiche.

L’introduzione alla partenza nel magico mondo dei S.T.S. è affidata alla breve e corale Sarabande de Noir, un minuto scarso atto a preparare l’ascoltatore e decisamente molto rimembrante i canti natalizi non solo nella melodia ma anche nel cantato (notte silenziosa, notte santa – stille Nacht, heilige Nacht) dunque una sorta di preludio atto a creare il clima adatto prima della per così dire esplosione emotiva affidata alle note di Schneekönigin (regina delle nevi): i primi attimi sono decisamente quasi un trabocchetto visto il forte tasso d’imponenza marziale molto devota alla compagine di bandiera Rammstein visto il muro di chitarre, batteria e campionatore che si eleva come il ponte levatoio d’un castello, ma man mano che passano i secondi dalle prime parole cantate dalla docile e calda voce di Bodenski (nonostante la lingua tedesca) il brano acquista un tono sempre più in crescendo sino all'”appiccicoso” ritornello in cui il testimone è affidato agli strumenti a fiato dando come risultato un brano decisamente sfarzoso e regale in tutti i sensi il quale proietta l’ascoltatore in epoche lontane in cui i guerrieri facevano ritorno alla propria corte accolti dal regnante in maniera trionfale.

Feuerland (terra del fuoco) fa rivivere a pieno la vita popolare di corte o dei borghi antistanti alle cinte di mura, i periodi di festa della vita comune fra canti scherzosi ed i giochi tipici dei tempi andati tramite atmosfere ad hoc date da chitarre molto compatte e specialmente gli strumenti a fiato senza dimenticare il cantato che nel ritornello sembra quasi darci la mano invitandoci ad unirci alle danze (komm ins Feuerland zu mir – vieni da me nella terra del fuoco).

Il primo singolo Sieben (sette) è una vera e propria bomba medieval rock – pop costituita dal classico crescendo sino al leit-motiv, molto delicato e piacevole da ascoltare e di più facile digestione a differenza dei due precedenti brani grazie alla maggiore dolcezza profusa dalla sei corde; impossibile restarne indifferenti perchè conquista dalla prima all’ultima nota.

Accenni di malinconia della strumentale e breve Lacrimae ’74 sono il preludio alla struggente e splendida ballata Feuerkind (figlio del fuoco) dove il concept delle tematiche trattate è portato ai massimi livelli: una eccellente prova vocale attorno alla quale tutto ruota partendo da gelide sensazioni alternate allo scaldare vero e proprio dell’emotività grazie fra l’altro all’azzeccatissimo suono del fiammifero che si accende, facente proprio da barriera fra i sentimenti di questo viaggio nei ricordi d’infanzia, quelli che riescono sempre a far scendere una lacrima sia per le gioie che riportano al cuore, sia perchè ricordano di come in fretta sia passato il tempo.

Il livello d’intensità non accenna proprio a calare come del resto si comprende dalle note di Das Rätsel II (il secondo enigma), in cui il viaggio nel guardarsi indietro prosegue attraverso le sublime mescolanze di questi suoni incantati e rocciosi, fattore ancor più riscontrabile nei cori d’aiuto di SOS, decisamente molto più industriale nei contenuti ed il cui intro gregoriano porta alla mente gli Enigma e le loro cupe melodie: qui a farla da padrone sono decisamente le chitarre sulle quali si riversano classiche sinfonie meno retro’ a quanto sino ad ora si è udito, definibili sotto un certo aspetto molto più “civilizzate”.

Eisblumen (fiori ghiacciati) come il predecessore suona dannatamente bene; ricca di archi ancora una volta rende alla perfezione nel binomio parlato – suonato perchè sembra quasi di viverlo l’effetto di questi fiori gelati sboccianti alla mezzanotte col bagliore della luna in quanto troppo belli per essere visti di giorno, così come la conclusiva Seemannslied (canzone dei marinai) chiude alla grande questo fantastico album ancora una volta consegnando all’orecchio dell’ascoltatore atmosfere eloquenti e degne di nota in tutta la sua pacifica e sinfonica cavalcata, riportandoci con la mente ed i piedi per terra in questo delicato atto finale come le ultima miglia di navigazione dei viaggiatori i quali riassaporano nel muro d’acqua amico l’aria familiare, di casa.

Conclusione

Decisamente e caldamente consigliato a tutti. Album assolutamente di facile e piacevole digestione, che saprà trascinarvi dall’inizio alla fine, ascolto dopo ascolto, ogni volta in maniera sempre più appassionata.

Emiliano “Trudyalcolizzato” Volpe

Formazione

  • Michael “Bodenski” Boden – chitarra, voce, ghironda
  • Michael “Simon” Simon – chitarra, voce
  • Eric Fish – cornamusa, voce, ciaramella, flauto
  • Ingo Hampf – chitarra, flauto, mandolino
  • Silke “Frau Schmitt” Volland – violino
  • Silvio “Sugar Ray” Runge – basso
  • Simon Michael Schmitt – batteria

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