Sehnsucht (1997)
- Sehnsucht
- Engel
- Tier
- Bestrafe mich
- Du hast
- Bück dich
- Spiel mit mir
- Klavier
- Alter Mann
- Eifersucht
- Küss mich (Fellfrosch)
Dettagli album
Rammstein – Sehnsucht
Data di uscita: 22 agosto 1997
Etichetta: Motor Music Records
Genere: Industrial Metal, Neue deutsche Härte
Nazione: Germania
Recensione
Nel campo dell’Industrial Metal europeo furono i Rammstein nel ’95 con “Herzeleid” e nel ’98 con “Sehnsucht” ad irrompere all’improvviso dalla Germania, terra negli anni precedenti fiorera dell’elettronica industriale, con la loro variante dello stile, originale quanto diretto e acclamato.
Fondamentalmente lo stile iniziale dei Rammstein si può rassumere in questo modo: prendete un riff duro ma orecchiabile, infuocato ma freddo, meccanico (ovviamente), energico, tagliente, abrasivo. Ripetetelo per tutta la durata del brano, eventualmente inserendo qualche ponte qua e là, inserite vari effetti elettronici di contorno, ed un canto in Tedesco (all’epoca) acido e corrosivo. Sezione ritmica che non va al di là dell’eseguire il suo semplice lavoro seppur con uno stile acido e martellante. Il risultato finale deve essere trascinante, melodico, caustico, rovente, ma viene penalizzato da una struttura tendenzialmente scarna e ripetitiva.
La matrice di “Sehnsucht” è radicalmente improntata nel forte impatto, cardine di tutto l’album, facendo anzi diventare pure una caratteristica interessante e personale la semplificazione compositiva.
D’altronde, anche trent’anni fa un gruppo storico come i Led Zeppelin riuscì a creare dei capolavori del Rock con pochi riff semplici ma diretti; e forse i Rammstein qualcosa dai Led Zeppelin lo devono nell’idea. Avevamo accennato all’elettronica, un semplice contorno finalizzato alla stesura catchy dei brani, e al canto in Tedesco dal timbro teutonico basso e immediatamente riconoscibile di Till Lindemann. Non particolarmente apprezzabile dai più questa lingua, soprassedendo su questo (o se fin da quest’album apprezzata) si possono scoprire giochi con le melodie interessanti e aggressivi.
Quasi ogni brano è sostanzialmente simile, qualcuno anche di più, visti i riff praticamente uguali di Engel e Tier, ma con atmosfere che spaziano dagli effetti più orientaleggianti della titletrack iniziale all’industrial metal/techno-epico di Du Hast e all’oscura e provocante Spiele Mit Mir, o anche alle celesti visuali di Bestrafe Mich, passando per le esotiche ritmiche di Alter Mann e il quasi discotecale di Eifersucht, senza dimenticare la carica nitro di Bück Dich. Capitano eccezioni come Klavier, una ballad di tenui giri di note clean e canto nostalgico, che però nel chorus sfocia in un prolungato riff distorto secco e allucinogeno. C’è anche una certa ironia nei Rammstein, come negli effetti da cartoon americano di Küss Mich (Fellfrosch).
“Sehnsucht” è stato l’album della consacrazione dei Rammstein, con il quale giungevano al riconoscimento definitivo come realtà emergente europea, accresciuto dalla fama nei live dalle coreografie spettacolari, facenti uso di effetti pirotecnici come fiamme scaturite dal palco. Ed è sicuramente un album molto conosciuto ancora oggi a quasi dieci anni di distanza. Chi di non ha mai ascoltato almeno una volta di sfuggita il famoso singolo “Du hast”? O anche l’altro singolo “Engel” (che è stata anche utilizzata per un AMV della serie animata Neon Genesis Evangelion, che ha avuto anche più successo del video sulla rete)? E lo stile dei Rammstein nella seconda metà degli anni ’90 avrebbe inoltre stimolato il nascere di numerosi gruppi nettamente ispirati dal sestetto tedesco (quando non veri e propri cloni), come gli svedesi Deathstars, oppure influenzando in brevi parentesi anche gruppi maggiormente noti, più o meno direttamente (ne sono esempi brani come, vagamente, “Tourniquet” degli Evanescence o, più nettamente, “Like you better dead” degli In Flames) così come in alcuni casi fermandosi alle semplici intenzioni (significative sono le dichiarazioni di Niklas Sundin dei Dark Tranquillity che in alcune interviste asserisce che un tempo era intenzionato a collaborare ad un progetto la cui musica sarebbe stata simil-Rammstein, progetto mai andato in porto). Nei casi più indiretti si sarebbe in seguito assistito ad alcune isolate sperimentazione da parte di gruppi che avrebbero adattato ritmiche industrial metal al loro stile in uno o più brani, seppur spesso queste ritmiche con i Rammstein c’azzeccavano poco. Ma queste parentesi molto probabilmente non ci sarebbero state se prima i tedeschi non avessero reso più popolare e accessibile l’Industrial Metal.
Pur rammentando ciò che è stato dato ai Rammstein dall’intera storia dell’industrial tedesco, e anche quello americano, soprattutto nelle prime sperimentazioni di chitarra elettronica distorta in queste applicazioni (fra tutti i pionieri Trent Raznor dei Nine Inch Nails e ifondamentali Ministry, fra gli inventori dell’industrial metal), va riconosciuta l’incisione dei Rammstein nella storia recente della musica.
Alessandro Mattedi – Rockline.it
Formazione
- Till Lindemann – voce
- Christian Lorenz – tastiere
- Paul Landers – chitarra
- Richard Kruspe – chitarra
- Oliver Riedel – basso
- Cristoph Schneider – batteria
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