Rosenrot (2005)
- Benzin
- Mann gegen Mann
- Rosenrot
- Spring
- Wo bist du
- Stirb nicht vor mir (Don’t die before I do)
- Zerstören
- Hilf mir
- Te quiero puta
- Feuer und Wasser
- Ein Lied
Dettagli album
Rammstein — Rosenrot
Data di uscita : 28 ottobre 2005
Etichetta : Universal Music
Genere: Industrial Metal, Neue deutsche Härte
Nazione: Germania
Recensione
Era il lontano 1996, quando un imberbe Sbranf si trovava ad un festival estivo a Londra. Durante una pausa tra un act e l’altro, la produzione lanciava gadgets, magliette, e quant’altro. Beh, a me capitò dritto in mano un cd intitolato “Herzeleid” di tali Rammstein. Ne è passato di tempo, di acqua sotto i ponti, per me e sicuramente per i sei tedeschi, ed eccoci qui oggi a commentare l’ultima, per molti inaspettata fatica in studio. Inaspettata più che altro per i tempi di produzione: i Rammstein ci hanno da sempre abituato a pause più lunghe tra un’uscita e la successiva, durante le quali la band girava in tour, con tutta la baracca, i burattini, i petardi e quant’altro. Pause utili a fondere e forgiare le idee di sei musicisti diversi per estrazione, gusti musicali, idee e progetti. Stavolta, però, a solo un anno di distanza da “Reise, Reise”, i nostri recuperano da quelle sessions 6 brani, e ne compongono 5 nuovi di zecca per dare alla luce questo che, per loro stessa ammissione, ha rischiato di essere chiamato proprio “Reise, Reise Vol.2”. Sorpresa su sorpresa (e quando mai, quando si parla di Rammstein) il sestetto NON intraprenderà alcun tour di supporto all’uscita del nuovo lavoro. Troppo lungo ed estenuante il precedente, un progetto solista che bolle in pentola (quello di Richard Kruspe) ed un naturale, fisiologico bisogno di non vedersi per un po’, come ogni coppia affiatata sa benissimo. Subito dopo l’uscita di Mutter, peraltro, si rischiò addirittura la rottura proprio per la forzata e oltremodo lunga convivenza a cui i nostri furono sottoposti da un tour interminabile, e da forti contrasti a livello compositivo ed artistico. Tutto alle spalle ormai, o così sembra. Ma chiudiamo il preambolo e pigiamo il tasto con la freccetta verso destra. Si parte.
1. Benzin – Prima song, primo singolo e primo video (decisamente sottotono rispetto ai precedenti piccoli capolavori cinematografici, per ammissione dello stesso drummer Christoph Schneider). Una mazzata, puro stile Rammstein, un’esaltazione del fuoco e della benzina, elementi da sempre centrali nelle loro funamboliche esibizioni live. Gran bell’opener, il pezzo ha un tiro e una potenza devastanti.
2. Mann gegen Mann – Il basso di Olli Riedel comincia a ricamare, e dopo pochi secondi la miccia innesca la seconda bomba del cd. Un altro pezzo potentissimo, con distorsioni semplicemente granitiche e dal ritornello cavernoso e possente. Uomo contro uomo, un non-inno alla stupidità e alla follia dell’essere umano, che non accetta il diverso, l’omosessuale in questo caso.
3. Rosenrot – La title track è nell’aria già da tantissimo, essendo stata addirittura preannunciata come primo singolo di Reise, Reise, ed essendo poi stata a sorpresa addirittura esclusa dalla tracklist del precedente lavoro. Un altro pezzo molto industrial, ma più cadenzato, roboante. Flake conferma di essere un piccolo genio, con suoni, campionature e loop che rendono i pezzi dei Rammstein quello che sono, e non semplici brani metal/industrial. Non molto originale, a dir la verità, il motivo cantato, anche se Till è cresciuto parecchio; il testo invece, come spesso in casa Rammstein, affonda a piene mani dalla letteratura per l’infanzia tedesca, molto prolifica di per sé, ed in particolare questa volta prende spunto una fiaba di Hoffmann.
4. Spring – Ancora una volta sono i testi la vera arma in più dei Rammstein, con buona pace di chi non sa il tedesco, davvero ci si perde il 50% del valore di ogni song. Stavolta si gioca sull’equivoco: un uomo sull’orlo di un burrone che osserva il panorama sereno, e la gente intorno convinta che voglia buttarsi di sotto! Indovinate come va a finire. Canzone lenta, pesante, opprimente nel divario chitarre pesantissime – tastiere da carillon. Bella.
5. Wo bist du – Mid tempo dalla consistenza un po’ troppo eterea, puzza un po’ di filler. Non la migliore canzone del lotto, se vogliamo dirla tutta. Ci pensa una produzione chirurgica ed un Till di molto migliorato dietro al microfono a rendere la song sufficiente.
6. Stirb nicht vor mir – Don’t die before I do – Sorpresa. Una canzone delicata, struggente, dove la migliore prestazione melodica di Till si sposa con una special guest inaspettata alla voce: Sharleen Spiteri, dei Texas. Potenza delle case discografiche, direte voi, ed avete ragione, ma la canzone è un vero gioiello. Le due voci si rincorrono, come i due amanti tristi narrati nel testo della stessa. Da brividi.
7. Zerstören – Si ritorna all’antico, e non si può sbagliare: “Zerstören” è una mazzata devastante, il titolo stesso (“Distruggere”) è tutto un programma. Riffing indiavolato, sezione ritmica da spaccaossa, Till urla furioso la sua voglia di distruggere, mangiare, divorare il mondo intero. Gran pezzo.
8. Hilf mir – Song dal sapore Mutteriano, questa Hilf Mir si presenta con molte parti elettroniche ad arricchirla e renderla un pezzo ‘grosso’, massiccio, con stoppate e ripartenze al cardiopalma.
9. Te quiero puta – Sorpresa n°2. L’amore di Till per il mondo latino (messicano, nella fattispecie) è noto da sempre, stavolta il nerboruto singer decide di mettere in piedi un pezzo dal testo interamente in spagnolo. Volete di più? Trombe ed arrangiamenti mariachi su un pezzo pesante ed in pieno stile Rammstein, con tanto di coro delle putas! Idea geniale, risultato. fate voi.
10. Feuer und Wasser – Fuoco e acqua, lui e lei si inseguono, si rincorrono, non potranno mai aversi completamente, l’uno uccide l’altra, come fuoco ed acqua. Ancora un testo superlativo, per una song un po’ troppo ‘normale’, se l’aggettivo fosse consentito in casa Rammstein.
11. Ein Lied – L’album si chiude sottovoce, con un atto d’amore dei nostri verso il loro pubblico: “Noi siamo nati per la musica/Noi siamo i servitori delle vostre orecchie/Noi suoniamo sempre/Quando voi siete tristi”. Song di commiato, leggera, malinconica, ricorda molto “Seemann” nelle atmosfere.
In un’intervista, proprio Richard Kruspe spiegò la copertina dei Rammstein in modo singolare: quella nave arenata tra i ghiacci polari è un po’ come i Rammstein adesso, che hanno bisogno di tempo e di ritrovare le forze per ripartire in quinta. Un disco, insomma, che dividerà la platea dei sempre crescenti amanti del sestetto teutonico. Non manca assolutamente il marchio di fabbrica, le chitarre distruttive, la sezione ritmica secca e geniale, le folli opere tastieristiche di Flake e la possanza vocale del signor Lindemann. Ma è un cd, questo “Rosenrot”, che necessita di tempo, ascolti, assimilazione. Assolutamente da non perdere, come sempre, i testi. Ma “Rosenrot” non ha l’immediatezza di “Herzeleid”, la potenza di “Sehnsucht”, la meravigliosa complessità di “Mutter”. Potremmo definirlo il ‘fratello cattivo’ di “Reise, Reise”, ma è di certo un altro tassello nel complicato puzzle berlinese. Rosenrot, una rosa rossa incastrata tra i ghiacci, un fiore bello ma pieno di spine, che necessita di cure, che aspetta che i ghiacci si sciolgano per ammaliare e, sul più bello, pungere.
Pippo “Sbranf” Marino – Metallized.it
Formazione
- Till Lindemann – voce
- Christian Lorenz – tastiere
- Paul Landers – chitarra
- Richard Kruspe – chitarra
- Oliver Riedel – basso
- Cristoph Schneider – batteria
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