Olympia (2014)
Indice dei contenuti
Tracklist
- Mensch
- Ost+Front 2014
- Sonne, Mond und Sterne
- Liebeslied
- Freundschaft
- Feuer und Eisen
- Anders
- Goldmarie
- Perfekt
- Dein und mein
- Harte Welt
- Feuerwasser
- Kaltes Herz
- Ost+Front 2008 (bonus track)
- Vergiss mein nicht (bonus track)
- So lang (bonus track)
- Winter ade (bonus track)
- Muttertag (bonus track)
Dettagli album
Ost+Front — Olympia
Data di uscita: 24 gennaio 2014
Etichetta: Out of Line Records
Genere: Industrial Metal, Neue deutsche Härte
Nazione: Germania
Recensione: la consacrazione di Hermann Ostfront e del suo progetto
A poco meno di un anno e mezzo dal debutto con l’ottimo “Ave Maria”, gli Ost+Front tornano con “Olympia”, con l’impegnativo compito, viste le premesse, di confermarsi come la realtà più interessante sulla scena attuale della NDH.
In attesa di altri mostri sacri del genere, che nel corso del 2014 dovrebbero rilasciare i nuovi album, ci gustiamo questo capolavoro, un disco sicuramente più maturo del primo, ma che non perde le sonorità a tratti devastanti del suo predecessore. Ma sono soprattutto i testi di “Olympia” ad essere più ragionati e ricercati e ci svelano una vena a tratti geniale di Patrick Lange, sempre diretto, ma che qui spesso gioca con doppi sensi, riferimenti storici e culturali e fatti di attualità.
Si comincia con “Mensch“, un inno all’umanità che si apre con una strofa elettronica e quasi ipnotica, che ci conduce al ritornello, pezzo forte della canzone. L’incedere delle strofe è marziale, come l’evocativo “Wer macht…?”, scandito più volte all’inizio, che non può non far pensare alla “Wehrmacht“, la forza armata tedesca nella seconda guerra mondiale.
“Ost+Front 2014″ ci racconta i progetti della band e ci conduce a “Sonne, Mond und Sterne“, una ballata dolce e allo stesso tempo controversa ispirata alla favola di Charles Perrault, “Pelle d’asino“: un padre rimane vedovo e cresce sua figlia con amore…Ma con gli anni l’amore diventa morboso: un incesto consumato o solo fantasie malate che il padre stesso cerca di allontanare?
“Liebeslied” la conoscevamo grazie al vinile uscito prima di Natale: un titolo ironico, con un testo “cattivo” sottolineato da riff graffianti, che esplode nel ritornello, segnato da un muro di tastiere monumentale. “Freundschaft” è forse uno dei pezzi meno riusciti dell’album, ma di contro presenta un testo molto interessante che fonde riferimenti storici sulla cultura cinese, con quelli sulla Germania Est: amicizia tra due popoli socialisti o “veleno giallo”?
“Feuer und Eisen” è un’altra ballata e gli Ost+Front in questo secondo album rivelano ancora di più il loro lato melodico; questo pezzo, utilizzando la metafora del marinaio pronto a salpare, affronta il tema della perdita della verginità e ci accompagna verso quella che probabilmente è la canzone più controversa del disco. “Anders” in Tedesco significa “diverso”, ma in questo caso l’Anders del titolo è Anders Breivik, terrorista norvegese responsabile degli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia, ricordato in particolare per la strage di Utoya, dove uccise 77 persone. La musica è marziale e dura, mentre ci racconta di Anders che pianifica e compie il suo massacro. Alla fine una strofa dell’inno norvegese ci toglie ogni dubbio su chi sia il protagonista della canzone.
“Goldmarie” è un’altra ballata, che racconta di una ragazza stuprata che muore di parto. Alla fine il suo carnefice, per niente pentito del gesto, ma dispiaciuto per le conseguenze che ha avuto, rende omaggio alla tomba della ragazza.
“Perfekt” è un altro dei pezzi meno riusciti del disco (che comunque guadagna qualcosa quando viene suonata dal vivo) e ci conduce a “Dein und mein“: questa ricorda un po’ le ambientazioni di “Rosenrot” dei Rammstein (un ragazzo e una ragazza e una rosa cresciuta su una montagna), ma affronta temi diversi, quali il tradimento e la vendetta, che sarà spietata e cruenta, in perfetto stile Ost+Front.
“Harte Welt” è un pezzo che ad un primo ascolto potrebbe sembrare di difficile comprensione: la canzone racconta la storia di Issei Sagawa, con un abile gioco di parole tra “Harte Welt” (mondo difficile) e Hartevelt, il cognome della studentessa olandese uccisa da Sagawa. Tutto è chiarito dalla macabra, ma geniale strofa finale: “ho ancora una valigia a Parigi”: infatti Sagawa aveva abbandonato i resti della sua vittima in due valigie, nei pressi di un ristorante nella capitale francese.
“Feuerwasser” è uno dei pezzi migliori dell’album: con una melodia dolce, che esplode rabbiosa nel ritornello, ci racconta di un uomo e del suo rapporto malato con l’alcol, l’unico amico in grado di dargli forza, fargli compagnia e scaldarlo di notte per farlo sentire ancora vivo…Anche se allo stesso tempo lo sta consapevolmente distruggendo.
“Kaltes Herz” chiude l’album: un pezzo gradevole ma forse un po’ “debole” per concludere il disco, soprattutto ripensando al solenne assolo di tastiera di “Denkelied”, con cui si chiude “Ave Maria”.
Per fortuna l’edizione deluxe ci regala ancora della fantastiche chicche nel secondo CD.
“Ost+Front 2008” è un’interessante retrospettiva sugli inizi della band, ma il vero pezzo forte del secondo CD è la successiva “Vergiss mein nicht“: un bambino abbandonato nel bosco si rende conto di essere destinato a morire e maledice i genitori per avergli riservato questo destino. Nel ritornello si rivolge pieno di rabbia e di dolore a chi lo ha gettato via perché non voluto e non amato, con il rimpianto per le cose semplici e belle della vita che non potrà avere, perché condannato a morte da chi gli aveva appena dato la vita. Ma proprio alla fine, la voce di un bambino chiede al padre dove sia la mamma, facendo nascere il dubbio che almeno uno dei genitori, pentito, sia tornato a prenderlo.
Segue la bellissima ballata “So lang“, un vecchio demo che per fortuna la band ha deciso di recuperare in questo disco, che ci racconta di una giovane coppia che va incontro ad un tragico destino. Chitarre e tastiere urlano nel drammatico ritornello che racconta di un grande amore vinto solo dalla morte.
“Winter ade“, anche questa “ripescata” dal vinile “Liebeslied”, riprende il titolo di un’allegra filastrocca per bambini, in cui si saluta la fine dell’inverno, per raccontare la dolorosa separazione di una coppia giunta ormai al capolinea. La musica triste e solenne descrive alla perfezione il momento.
Prima di chiudere, “Muttertag” (festa della mamma), ci regala l’ultima perla di humor nero: ascoltiamo la storia di un figlio sul letto di morte dell’anziana e crudele madre, che non lo ha mai amato e lo ha fatto soffrire. In attesa dell’ultimo respiro, sembrerebbe l’ultima occasione per il perdono e per la redenzione…ma non sarà così: la madre non muore e allora il figlio le preme il cuscino sulla faccia, soffocandola e uccidendo con lei anche i fantasmi che avevano tormentato la sua infanzia. All’inizio la musica è appena accennata, con un leggero pianoforte in sottofondo, che con un perfetto crescendo ci conduce al momento più intenso della canzone: non quando il protagonista uccide la madre, ma quando si rende conto che a lei non è mai importato niente di lui. Raggiunta questa consapevolezza la musica torna lenta e sommessa e il matricidio scorre via come un fatto di poco conto, con la melodia che sfuma verso la fine della canzone e di un fantastico disco.
Conclusione
In conclusione “Olympia” è un disco perfettamente riuscito per gli Ost+Front, che confermano tutte le ottime premesse di “Ave Maria” e superano addirittura le aspettative, dimostrando di essere una delle realtà più interessanti della NDH. Dopo averli visti in concerto posso affermare tranquillamente che questa band non ha nulla da invidiare a molti mostri sacri del genere: dopo i Rammstein, sul palcoscenico della NDH ci sono gli Ost+Front! E a meno che Megaherz e Eisbrecher (che pubblicheranno i rispettivi album nei prossimi mesi) non sforneranno dei capolavori assoluti, mi sbilancio nel dire che “Olympia” è, per distacco, il disco dell’anno 2014.
Daniele Benedetti
Formazione
- Herrmann Ostfront – voce
- Gernhardt von Brüh – chitarra
- Siegfried Helm – chitarra
- Wilhelm Rotlauf – basso
- Eva Edelweiß – tastiera
- Fritz Knacker – batteria
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