Always on my Mind (2021)

Emigrate - The Persistence of Memory
  1. Rage
  2. Always on my Mind (feat. Till Lindemann)
  3. Freeze my Mind
  4. Yeah yeah yeah
  5. Come over
  6. You can’t run away
  7. Hypothetical
  8. Blood stained Wedding
  9. I will let you go

Dettagli album

Emigrate — The Persistence of Memory
Data di uscita : 12 novembre 2021
Etichetta : Sony Music
Genere : Industrial Metal
Nazione : Germania

Recensione

Gli Emigrate, il side project del chitarrista dei Rammstein Richard Z. Kruspe , hanno pubblicato il terzo singolo dal loro prossimo LP in uscita il 5 novembre,  The Persistence of Memory (dal nome di un dipinto di Salvador Dalí).  La traccia “Always on My Mind ” è una cover dall’illustre Elvis Presley scritta per lui da Mark James. Resa altrettanto famosa dal cantautore, chitarrista statunitense Willie Nelson, così come altri interpreti, Pet Shop Boys e Michael Bublé e altrettanti blasonati nomi.

La canzone presenta un’apparizione (non così scontata) come ospite del cantante dei Rammstein Till Lindemann. Si potrebbe dire che sia rimasto tutto in famiglia, almeno per questo album. Kruspe e Lindemann hanno già trascorsi in duetto, che hanno sempre funzionato bene. Come sottolinea Kruspe: “Esprimermi sia come scrittore che come cantante lontano da scadenze e altre restrizioni simili, dà l’idea di continuare a sperimentare e sfidare me stesso. Inoltre, Emigrate funziona in modo organico, così i musicisti possono andare e venire, e se va ancora bene, è positivo…”

Ma ritorniamo al nostro brano, che in questa fase vorremmo evidenziare nell’interpretazione del duetto. Tre quarti è cantata da Lindemann, mentre l’ultimo sonetto resta al caro Richard, come a lasciare intendere che un ampio spazio sia dovuto al leader dei Rammstein oppure ad omaggiarlo come amico di tanti anni.

È un’interpretazione coraggiosa quella di Lindemann perché lo sappiamo, la sua pronuncia inglese cantata, stride come una corda tesa di un violino, alla prima raffica di vento. Irrita senza lasciar traccia, ma con l’aumentare del tempo, sviluppa comunque il solito fascino cattivo, che è caratteristico della sua voce e intonazione. La voce di Richard viene aggiunta solo nell’ultimo terzo e nel finale li possiamo ascoltare in duetto. Diciamo che le loro voci si completano a vicenda non così male.

Il sound è molto orecchiabile, quasi una performance divertente con stacchetti da cabaret, che lo rendono più originale se paragonato a quello di Elvis. L’inizio di battuta infatti, parte come una prova da palcoscenico col classico uno, due, tre seguito dall’intro diretto di Till, e fra una strofa e l’altra, l’intermezzo è la chitarra secca di Richard. Ma quando si arriva al ritornello, tutto fila liscio e le orecchie si aprono accompagnate da armonie più morbide, orchestrali. L’intonazione prende un giro più gradevole, che nasconde l’imprecisione per la pronuncia. Come sarebbe stata cantata in teutonico? Possiamo solo immaginarlo.

Devo essere sincera, ho ascoltato le diverse cover dei vari interpreti e quella più eclettica è questa, anche se la migliore e quella di Willie Nelson.

La produzione Kruspe-Lindemann mi ha piacevolmente stimolato ad ascoltarla più volte, per non perdere quella dose di criticità obbiettiva.

Sarà curioso, vedere fino a che punto, si spingerà la salita nelle classifiche alternative, sia il nuovo album che “Always on my Mind”. Possiamo aspettarci di tutto.

Tina Troccoli

Formazione

  • Richard Kruspe – voce, chitarra, tastiera;
  • Sky Van Hoff – basso;
  • Henka Johansson – batteria;

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