Schock (2015)

Recensione Eisbrecher: Schock (2015)
  1. Volle Kraft voraus
  2. 1000 Narben
  3. Schock
  4. Zwischen uns
  5. Rot wie die Liebe
  6. Himmel, Arsch und Zwirn
  7. Schlachtbank
  8. Dreizehn
  9. Unschuldsengel
  10. Nachtfieber
  11. Noch zu retten
  12. Fehler machen Leute
  13. Der Flieger
  14. So oder so

Dettagli album

Eisbrecher — Schock
Data di uscita: 23 gennaio 2015
Etichetta : Metropolis Records
Genere: Industrial Metal, Neue deutsche Härte
Nazione: Germania

Recensione: la NDH ha avuto il suo Schock

Sono passati undici anni da quando questa band di Monaco di Baviera è diventata un’autorità nella scena electro-rock tedesca.  I “rompighiaccio” Eisbrecher hanno continuamente suonato nei festival europei come M’era Luna, Amphi, WGT e Novarock, sia come headliner, che come supporto per artisti del calibro di Alice Cooper.

Il successo della band va’ attribuito soprattutto alle performance del fondatore e cantante Alexander “Alexx” Wesselsky, personaggio principale del combo Eisbrecher: Alexx ha modellato una delle più grandi e lussuose navi da crociera del panorama musicale tedesco, pur mantenendo le sue asprezze.
Dopo aver visto l’album “Die Hölle muss warten” (2012), salire al numero tre delle classifiche di vendita teutoniche, le attese per il loro sesto disco “Schock” erano grandi. Per Wesselsky e Jochen “Noel Pix” Seibert Pix, che ha anche prodotto l’album, ci sono voluti più di due anni per creare questa collezione, un puro spettacolo di metallo e meravigliosa disposizione elettronica, il tutto registrato in alcuni studi di Amburgo, Berlino e Monaco di Baviera.

Il disco

Invece di giocare sul sicuro con un album pieno di testi scontati e canzoni dal cuore infranto, gli Eisbrecher hanno creato una bomba dal suono assassino, pieno di sarcasmo, aggressività, senso di pesantezza, e provocazione. Tutti i brani parlano in maniera tipica Eisbrecher, spaziando dai problemi di salute alle relazioni che diventano mucchi di vetri rotti. In sostanza, il messaggio di fondo è quello di alzarsi e combattere: questo è ciò che prospetta “Schock”.
Per quanto riguarda il suono, l’equipaggio Eisbrecher non ha cambiato molto dei suoi ingredienti dai precedenti album, “Antikörper” (2006), “Sünde” (2008) o “Eiszeit” (2010), ma è riuscito a portare le quattordici tracce di “Schock” alla perfezione, con la loro disamina su come appare l’animo umano moderno. I battiti di fuoco rapidi del batterista Färber e le note brutali del bassista Keplinger, spianano la strada per le tempeste di chitarra (come macchine da guerra) per Pix e Plangger. La densità e l’aggressività che Schock ha da offrire sono notevoli: l’album presenta anche molti potenziali singoli, tracce che esercitano, nella testa di chi li ascolta, una sorta rompighiaccio mentale. Un esempio perfetto è il brano d’apertura che dona la sensazione di fermarsi nel tempo: “Volle Kraft voraus” è folle, grezzo sin dalla prima nota. Il singolo “1000 Narben” manda il messaggio, evidenziato anche in altre parti dell’album, di continuare a credere in ciò che si sta facendo, stare in piedi e rimanere forti, impararando da tutti gli errori. La title-track è invece un brano oscuro e più difficile, dimostrando che questo album è  forse la versione più pesante prodotta dalla band sinora.
Brani come “Zwichen uns”, “Rot wie die Liebe”, “Schlachtbank”, “Nachtfieber”, “Unschuldsengel” o “Der Flieger” sono tutti sensazionali. Le tracce sono costantemente Eisbrecher, con vaste melodie e arrangiamenti infallibili, formati da un triangolo di moderno heavy metal, musica elettronica, reminescenze della Neue Deutsche Welle; una tripletta che porterà la band in Paesi al di fuori della Germania come una tempesta.
Infine la traccia migliore, “Noch zu retten”, è un brano nato direttamente dalle onde di pensiero di Trent Reznor, (Nine Inch Nails), che ha sapientemente mixato la new wave all’industrial metal, dando un suo importante contributo ad Alexx, nell’interpretazione della canzone, come se fosse una macchina da guerra, disposta a ridurre in polvere tutto ciò che incontra, piuttosto che odiarlo. Questo dimostra che ormai gli Eisbrecher sono pronti al salto internazionale.

Conclusione

Da qualunque angolo si ascolti e si legga questo album (testi, produzione, suono), risulta evidente che gli Eisbrecher hanno alzato la barra fino ad altezze inimmaginabili. Navi “ahoy”, il capitano Wesselsky, con il suo rompighiaccio, va’ avanti ed il suo cammino è inarrestabile.

Tina Troccoli

Formazione

  • Alexander “Alexx” Wesselsky – voce
  • Jochen “Noel Pix” Seibert – chitarra principale
  • Jürgen Plangger – chitarra
  • Achim Färber – batteria
  • Maximilian “Maximator” Schauer – tastiera
  • Rupert Keplinger – basso

Ti potrebbe interessare anche

Emigrate - The Persistence of Memory
Recensione Im Nebel der Vergänglichkeit Totengeflüster
Recensione Zeitenwandel Nervenbeisser

Newsletter

Iscriviti alla nostra newsletter per essere informato sulle prossome uscite discografiche, sulle traduzioni pubblicate e sulle iniziative del sito.

Hai trovato utile questo articolo?
[Voti: 0 Media Voto: 0]